160 volte #ForzaSinisa
Improvvisamente, ora che Mihajlovic torna con regolarità in panchina e raccoglie – meritati – premi per la forza con cui ha combattuto, in salute e in malattia, la sua battaglia sportiva, si assottiglia il partito di chi l’avrebbe voluto accompagnare all’uscita anticipata per il supposto bene suo e del Bologna. Ma ancora una volta ha vinto lui, e con lui la dignità della scelta originaria: mantenere la panchina di Sinisa nel momento più difficile, cioè alla vigilia di un percorso di cure che gli avrebbe fatto trascorrere quattro mesi su cinque in ospedale, è stata la scelta più significativa dell’intera gestione Saputo. Il Bologna può pure retrocedere: ma se lo fa con Mihajlovic lo fa con onore. E se non retrocede, vincerà dieci volte la posta in palio.
Qui su Zerocinquantuno (nelle breaking news e sui social), dove da 160 giorni rinnoviamo ogni mattina la nostra preghiera laica quotidiana con l’hashtag #ForzaSinisa (un piccolo segno per tenere accesa la lampadina dell’affetto, non avendo altri mezzi per farlo più concretamente), non abbiamo mai avuto dubbi: se questa squadra ha una possibilità di tirare fuori carattere, gioco e personalità, anche a dispetto di scelte tecniche sbagliate o lacunose che ci trasciniamo da anni, lo può fare solo con questo allenatore, a qualsiasi distanza e con qualsiasi mezzo di comunicazione.
Non siamo così ingenui da pensare che Mihajlovic lontano dal campo valga come Mihajlovic sul campo. Lo dimostrano anche i numeri (8 punti in 6 partite con lui in panchina, 11 in 10 con i tele-allenamenti). Ma a guardare queste statistiche faremmo il gioco di chi ritiene la vita di un uomo meno importante di un risultato sportivo, senza considerare che, almeno per quest’anno, il traguardo finale sarà comunque irrisorio rispetto a quello che Sinisa ci sta insegnando. Vederlo presentarsi ogni volta sul posto di lavoro, nonostante tutto, è una lezione che non dimenticheremo mai.
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Foto: Damiano Fiorentini