1925, il primo scudetto del Bologna: un trionfo memorabile, pulito e meritato (2^ parte)

1925, il primo scudetto del Bologna: un trionfo memorabile, pulito e meritato (2^ parte)

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Siamo alla seconda tappa del nostro viaggio nello scudetto del 1925. Vinto con merito dal Bologna e rivendicato da alcuni incalliti genoani a quasi cent’anni di distanza. Tra le presunte argomentazioni che darebbero forza alle tesi del Grifone c’è la testimonianza del loro giocatore Giovanni De Prà, il primo grande portiere del calcio italiano, non per caso convocato alle Olimpiadi del 1928. Secondo De Prà, le irregolarità a favore del Bologna si sarebbero consumate nella terza gara (quella del gol convalidato a Muzzioli, che accorciò le distanze prima del definitivo 2-2) e soprattutto tra la quarta e la quinta, con le famose pistolettate alla stazione di Torino.
«Per la quinta e ultima partita – racconta De Prà alcuni decenni dopo i fatti – andammo in un paesino fuori Milano e ancora oggi non so dove abbiamo giocato. Intorno al campo erano schierati squadristi in camicia nera: ci dissero per l’ordine pubblico, parlavano chiaramente romagnolo. Il risultato fu di 2-0, ma si trattò di uno scherzo colossale: noi facemmo finta di giocare, eravamo fuori allenamento, ma soprattutto volevamo tornare a casa tutti interi». E ancora: «Il campionato lo considerammo finito dopo la quarta partita, tutte le altre società ci dissero che riconoscevano noi campioni d’Italia. Ma l’8 agosto ci chiamò il federale di Genova dicendoci che il giorno dopo avremmo dovuto partire per una destinazione ignota. Eravamo tutti ai bagni mentre il Bologna si allenava. Sapevano che quella partita si sarebbe disputata e anche il campo dove si sarebbe giocato. Noi, poveri facchini del porto di Genova, campioni d’Italia in carica, siamo stati invece trattati come un pacco postale. E a bordocampo c’erano qualche carabiniere e tante camicie nere… Questa è la pura verità, sono un uomo di parola».
Queste ultime dichiarazioni sono visibili in un filmato ripescato dal collezionista Mirko Trasforini, a cui vi rimandiamo al seguente link. Chi parla è un accalorato De Prà messo a confronto con l’ex dirigente rossoblù Enrico Sabattini, che cerca invano di placarlo e di replicare a quelle accuse infondate e, va detto, piuttosto infamanti. La storia potrebbe chiudersi qua, rileggendo rapidamente la vacillante ricostruzione di De Prà. Il problema è che la sua visione dei fatti è stata ripresa da Gianni Brera in Genoa amore mio e da qui travasata alla stampa inglese, che ha letteralmente bevuto la storia dei fascisti a bordocampo. Basterebbe guardare i filmati inediti dello spareggio del 1925, pubblicati lo scorso marzo da Bfc Tv con la collaborazione della Cineteca di Bologna, per accorgersi che ai margini del rettangolo verde non solo non c’erano ‘fascisti’ , ma nemmeno isolati avventori. E che il clima fosse tutt’altro che condizionato dalle squadracce, lo mostra in tutta evidenza il fotogramma del minuto 5:29, che ritrae vicini e sorridenti William Garbutt ed Hermann Felsner, i due allenatori delle squadre finaliste (link).
Sulla base di cosa De Prà, e quindi Gianni Brera, assumono che i giocatori scesero in campo circondati da «squadristi in camicia nera»? E perché il Genoa, fidandosi di chi avrebbe ritenuto sufficiente la quarta sfida per assegnarle il titolo, smise improvvisamente di allenarsi in vista del quinto match? Sono solo alcune semplici domande alle quali nessuno, su sponda genovese, ha ancora saputo dare risposta. C’è poi la questione dei palloni forniti da Felsner all’arbitro del quinto incontro, ultimo baluardo della difesa genoana…

TO BE CONTINUED… 

Luca Baccolini

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Foto: bolognafc.it