Ad un passo dal fallimento fu volata a due tra Massimo Zanetti e Joey Saputo, e una volta che il club passò nelle mani del canadese (con qualche patema d’animo, chiedere a Joe Tacopina…) la piazza non ebbe dubbi: con lui sarebbe iniziata una nuova era che avrebbe riportato in alto il Bologna. La storia seguente la conosciamo bene tutti: una promozione immediata dalla B alla A e diversi anni passati a ricostruire una società partendo dalle fondamenta (acquisizione e ammodernamento del centro tecnico, sistemazione del Dall’Ara in attesa del restyling completo con annesso stadio temporaneo), oltre ovviamente ad una squadra da rilanciare: un lavoro lungo e non privo di scogli da superare.
I risultati, però, non sono stati al pari delle aspettative, tanto da creare una spaccatura nella tifoseria. Se lo spettacolo sul campo non ti soddisfa hai il diritto di lamentarti, ma c’è anche chi malgrado questo ha mantenuto nei confronti del patron un senso di profonda riconoscenza. Non va inoltre dimenticato come il BFC di Saputo, attorno al rettangolo verde, sia stato e sia esemplare: impegno nel sociale, beneficenza, iniziative per coinvolgere i tifosi di oggi e crescere quelli di domani, comunicazione e marketing di ottimo livello, stipendi sempre saldati, bilanci ripianati, professionisti seri che in talune circostanze hanno avuto a che fare con situazioni poco simpatiche (ricordiamo le tre croci a Casteldebole…), drammi di vita gestiti con lucidità e signorilità malgrado alcune difficilissime decisioni da prendere.
Risultati sul campo modesti, dicevamo, se si escludono un paio di eccezioni, eppure la stima per il presidente non è mai venuta completamente meno. Noi che operiamo sul Web ce ne siamo resi conto in particolare tramite i social, dove fra tante critiche sono sempre emersi attestati di stima e inviti a tener duro da quella parte di tifoseria che ha compreso lo sforzo umano e finanziario di una persona perbene che non ama la luce dei riflettori.
Poi il presente, il cambio di passo: le scelte di Giovanni Sartori e Thiago Motta, una squadra reduce da un nono posto e adesso sesta grazie a dieci risultati utili consecutivi (undici contando anche la Coppa Italia), un entusiasmo riacceso dentro e fuori dal Dall’Ara e la voglia di tornare a recitare un ruolo di primo piano nel calcio italiano. Certo, è presto per i voli pindarici, come dicono da Casteldebole «bisogna tenere i piedi per terra». Solo col duro lavoro quotidiano, l’umiltà, la continuità di rendimento e il piglio mostrato finora si potrà mantenere un ritmo del genere e sperare di inserirsi tra le ‘elette’ del campionato.
Il tifoso, però, vive di emozioni, cosa che lo stesso Motta sottolinea spesso, e allora è giusto che Bologna si goda a pieno il momento. Magari rivolgendo un sentito grazie a Saputo, si tratti di un messaggio social o di una stretta di mano, ora che Joey è praticamente di casa sotto le Due Torri. Perché tutto questo è soprattutto merito suo.
Mario Sacchi
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