A partire da Birningham è un obbligo invertire la rotta

A partire da Birningham è un obbligo invertire la rotta

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Siamo a un punto ancora abbastanza precoce della stagione per poter fare paragoni con quella precedente senza farci venire il sangue amaro. Il primo: all’ottava giornata, il Bologna di Motta viaggiava con appena due punti in più rispetto al Bologna di Italiano, forte di una sola vittoria in più (a parità di sconfitte, una). Segna persino di più il Bologna di Italiano (9 gol a 8), e con più interpreti diversi (6 contro 4), ma subisce quasi il doppio (11 gol contro 6), e quest’ultimo dato genera il confronto più allarmante: in otto partite di campionato, il Bologna di Italiano si è fatto rimontare (leggasi: ha buttato via l’occasione di vincere) ben quattro volte contro una sola di Thiago Motta.
Tutto questo, ovviamente, andrebbe tarato con gli impegni della Champions, che oggi ci sono e un anno fa non c’erano, ma il calcio non è una scienza esatta e può quindi permetterci di non essere così rigorosi. Il punto, però, è che proprio l’impegno in Europa avrebbe dovuto comportare un rafforzamento più netto e deciso di alcuni reparti sensibili, soprattutto quelli più depauperati dalle cessioni.
Non serve un tecnico diplomato di fresco da Coverciano per capire che il lato vulnerabile della squadra oggi è tutto sbilanciato sulla difesa, martoriata dall’assenza di Calafiori e dall’evidente ritardo di chi doveva sostituirlo, sia Erlic o Casale, poco importa. Il non aver voluto investire qualche milione in più in un difensore di prima fascia europea rischia ora di farci aspettare gennaio per tamponare la falla, ammesso che per quel periodo il Bologna sia ancora in grado di competere per l’obiettivo di stagione, che è la riconferma di un piazzamento europeo, non necessariamente in zona Champions.
Rispetto all’anno scorso, però, sembra che le grandi deluse (Roma, Fiorentina e NIapoli) non siano più così disarmate, fermo restando che la concorrenza dal basso mediamente si è alzata di tono (vedi Torino, Empoli e Verona). Nulla è perduto, tutto è recuperabile. Ma invertire la rotta (chiedendo qualcosa in più che una semplice bella figura a Birmingham) ora è diventato un obbligo. Anche per non trasformare, da qui a due mesi, un mercato di riparazione in un economicamente doloroso mercato di espiazione.

Luca Baccolini

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Foto: Simone Arveda/Getty Images (via OneFootball)