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AAA bandiere cercasi. Nel Bologna del futuro solo chi vuole star qui col cuore

Risultato del sondaggio - Se fossi costretto a cedere uno tra Dominguez e Orsolini, di chi faresti a meno?

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Tutti desiderano stipendi più alti, lavori più ambiziosi, contesti lavorativi stimolanti. Se vale nella vita comune, perché non dovrebbe essere così anche nel calcio? Finita ormai da tempo l’epoca delle bandiere, tutti i calciatori si sono sentiti moralmente autorizzati a non ascoltare le ragioni del cuore per far parlare solo quelle del portafoglio. Così la permanenza media di un calciatore in un club si è abbassata in maniera inversamente proporzionale agli interessi di chi guadagna sui singoli trasferimenti. Il calciatore che rende, del resto, non è mai il calciatore fedele. È lo sport degli agenti, bisogna farsene una ragione.
La titubanza di Orsolini e Dominguez, apparentemente decisi a non rinnovare col Bologna (più il secondo del primo, a dir la verità), è un film trasmesso già parecchie volte su questi schermi. Nell’estate del 2019 Erick Pulgar confessò di voler fare «un salto di qualità nella carriera». Due stagioni e mezzo alla Fiorentina, un prestito al Galatasaray e ora il mediano cileno, alle soglie dei trent’anni, si ritrova esiliato al Flamengo, nel suo Sudamerica. Più che un salto di qualità, un ritorno alle origini.
Gaston Ramirez, che nel 2012 ruppe polemicamente con Albano Guaraldi e scelse Southampton, il porto che cent’anni prima vide salpare il Titanic, si è inabissato in Serie C con la Virtus Entella, dopo aver passato cinque stagioni da carneade in Inghilterra. E come non citare Amadou Diawara, la cui fretta di lasciare le Due Torri dopo un solo esaltante campionato lo costrinse a tre anni di comprimariato a Napoli (certo, consolato da un signor contratto…), prima di ricalcare gli stessi passi alla Roma e trasferirsi infine all’Anderlecht.
Dispiace mettere in questo girone anche Simone Verdi, che di qualità ne aveva da vendere, ma non in una piazza come quella di Napoli, dove scelse di andare dopo essere sbocciato in rossoblù. Chissà se lui e tutti gli altri ripeterebbero la scelta di lasciare Bologna, col senno del poi. Forse è vero che qui non ci sono ambizioni più concrete del decimo posto, ma quanto a bandiere siamo ancora fermi a quella incarnata da Carlo Nervo: qualcuno che abbia voglia di rioccupare la casella?

Luca Baccolini

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Foto: Getty Images (via OneFootball)