Abbonamento, atto di fede ma anche pungolo alla proprietà: 20 mila a scatola chiusa per dare un segnale forte a Saputo
Nel calcio l’abbonamento non è altro che un atto di fede: la squadra non c’è ancora, ma il tifoso paga in anticipo sulla fiducia. È una richiesta folle, a ben pensarci, quella di pretendere una somma prima di vedere il prodotto che la giustifichi. Il campionato, però, non è una stagione di teatro: l’irrazionalità vince sempre sul ragionamento. Si tifa perché si spera che qualcosa di buono accada.
A Bologna quest’anno la campagna abbonamenti è, per la prima volta nel nuovo secolo, spinta da un entusiasmo giustificato, come dimostrano i 7.000 rinnovi dei primi giorni di prelazione. Ma perché tali numeri diventino un dato ‘politico’ e si trasformino in uno strumento di pressione sulla proprietà, serve uno sforzo in più. Poche volte ci si pensa, ma l’abbonamento è l’unico vero strumento per influenzare le scelte della società in sede di mercato. Vi immaginate l’approccio di un club che sapesse di avere 20-25 mila abbonati ancor prima di cominciare le trattative? Fantascienza, è vero. Ma ragionarci sopra non costa nulla (l’obiezione è servita: quando il BFC ottenne 27 mila abbonati grazie all’effetto Baggio, l’entusiasmo fu vanificato immediatamente dalla sua cessione. Contro-obiezione: l’anno dopo Gazzoni ingaggiò un certo Beppe Signori).
Resta il fatto che nel 2023, rispetto a venticinque anni fa, abbonarsi è decisamente più comodo, grazie al circuito telematico che evita le code infinite e semplifica di molto la procedura. Dal prossimo 24 luglio, poi, entrerà in funzione un’app che renderà superfluo l’abbonamento fisico. E vien da sorridere pensando alla primavera del 1965, quando, dopo l’ultima gara casalinga persa col Cagliari, il Bologna di Bernardini si ritrovò duramente contestato dai tifosi. Molti di loro, infischiandosene del fatto che i rossoblù erano ancora – per poco – campioni d’Italia in carica, strapparono platealmente la tessera dell’abbonamento, ormai scaduta, e la scagliarono contro Haller e compagni. Una scena così dalla prossima stagione non potrebbe più capitare. A meno che non si voglia lanciare direttamente lo smartphone.
Luca Baccolini
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Foto: Getty Images (via OneFootball)