Da un lato 433,20 milioni di euro su un totale di 24 giocatori considerati, dall’altro 159,85 milioni di euro prendendo in considerazione 26 giocatori. No, non stiamo dando i numeri, siamo semplicemente di fronte ai valori Transfermarkt di Juventus e Bologna al 15 settembre 2023, dunque subito dopo la fine dell’ultima sessione estiva di calciomercato. La quarta forza del campionato in questa speciale classifica (dietro a Napoli, Milan e Inter) contro la decima: sempre numeri alla mano, il valore iniziale della rosa bianconera finisce quasi per triplicare quello dell’organico rossoblù.
E allora, quando mancano 8 giornate al termine del campionato, come possono queste due compagini ritrovarsi distanti soltanto 2 punti in classifica? La risposta, oltre che nell’importante operato back office di un’intera dirigenza, risiede essenzialmente in panchina: la capacità di un allenatore e del suo staff, tramite le idee e il lavoro quotidiano, di saper o meno accrescere il valore del materiale tecnico e umano messogli a disposizione, raccogliendone poi i frutti in partita.
Ritenere ancora, nel 2024, che sia sempre e solo una questione di ‘giocatori’ e non di ‘gioco’, rappresenta una vera e propria battaglia di retroguardia. A maggior ragione per chi, non solo durante l’ultima estate ma anche in precedenza, non si è certo distinto per elogi all’operato della società felsinea. Ma se c’è da aiutare un amico in difficoltà, beh allora vale tutto, anche una narrazione che assume contorni favolistici.
La realtà è che gli allenatori nello sport, in particolare nel calcio, contano e spostano eccome, e Thiago Motta lo sta dimostrando in maniera lapalissiana: non riconoscerlo significa assomigliare ai famosi soldati fantasma giapponesi che, nonostante l’ordine di resa imposto dagli Alleati il 2 settembre 1945, continuarono a combattere una guerra già conclusa. Contenti loro…
Riccardo Rimondi
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