Sabato sera Marko Arnautovic ritornerà al Dall’Ara e ritroverà la squadra che l’ha rilanciato sui palcoscenici che merita. Arriverà essendo ancora in piena lotta per sollevare la Champions, con uno scudetto e la seconda stella praticamente già cuciti sul petto, cause alle quali avrebbe sicuramente voluto contribuire di più: in questa seconda avventura nerazzurra è rimasto spesso in panchina ed è anche stato, come sempre gli è capitato nel corso della carriera, penalizzato dagli infortuni (al momento il suo bottino racconta di 4 gol in 24 partite tra campionato e coppe, quasi sempre giocate a spezzoni). Ritroverà pure Joshua Zirkzee, quel ragazzone a cui si diceva che avrebbe dovuto fare da chioccia e che invece ha avuto campo libero per esprimersi proprio quando si è scrollato di dosso l’etichetta di vice Arnautovic.
Sarebbe fin troppo facile, oggi, affermare che il vero affare l’ha fatto il BFC, piazzando a 8 milioni più 2 di bonus un trentaquattrenne e affidandosi a un ventiduenne per il quale oggi è veramente difficile stabilire un valore di mercato. Marko e Joshua, proprio per la grande differenza di età, non potevano che trovarsi a percorrere strade molto diverse: l’austriaco voleva chiudere il suo percorso arricchendo almeno un po’ una bacheca non degna del suo talento, mentre l’olandese doveva sbocciare e gli è stata data la possibilità di farlo in una squadra che è sul punto di affermarsi tra le grandi d’Italia. L’Inter aveva bisogno di una punta di scorta forte e affidabile, il BFC ha lanciato un altro ragazzo dalle ottime basi e dal futuro splendente come i vari Tomiyasu, Hickey, Svanberg, Theate, Dominguez e Schouten prima di lui.
In agosto quella dei rossoblù sembrò una scommessa azzardata, Marko era un leader carismatico oltre che tecnico e si temeva che la squadra avrebbe accusato il contraccolpo della sua partenza. Con tali premesse nessuno, ad inizio stagione, avrebbe scommesso che dentro la sfida tra le due squadre più belle e in forma del campionato ci sarebbe stato anche il Bologna, invece sabato i padroni di casa scenderanno in campo a testa altissima e ‘Arna’ se lo troveranno soltanto di fronte.
Come verrà accolto l’austriaco non è dato saperlo, ma di solito il Dall’Ara riserva una sacrosanta indifferenza agli ex ‘scomodi’, e il momento attraversato dai felsinei è talmente entusiasmante che viene difficile credere a tifosi in vena di sprecare del fiato per qualcuno che non indossa più i colori rossoblù. Urla e cori verranno presumibilmente riservati solo ai beniamini attuali, che il recente passato sono stati capaci di cancellarlo con un colpo di spugna. Oggi a Bologna c’è spazio solo per il presente e per i sogni del futuro. Sogni europei, quelli che passano anche dall’imperdibile sfida di sabato.
Fabio Cassanelli
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