Non è una partita come le altre, questo Spal-Bologna, che come un anno fa cade di gennaio e come due anni fa alla vigilia di una tornata elettorale. Esattamente cent’anni or sono si giocava il primo Spal-Bologna della storia. Era il 24 ottobre 1920. Sulla panchina del rossoblù il debuttante Hermann Felsner, uno sconosciuto venuto da Vienna, che fumava dal bocchino e guardava il mondo attraverso il monocolo. In campo, invece, un sedicenne, anch’egli debuttante: si chiamava Cesare Alberti e quel giorno del 1920 ne segnò addirittura due, mostrando subito di meritarsi un posto da titolare.
Spal-Bologna non è mai stata una partita come le altre. Certo non è un derby puro, ma è di sicuro la più antica rivalità calcistica regionale e questo basta a farne una sfida incredibilmente affascinante, che si rinnova dal 4 novembre 1906, quando le due squadre si chiamavano Felsineo e Ferrara, gruppi di sportivi amatoriali che non vestivano nemmeno una divisa omologata ma che già si contendevano il primato sul campo dei Prati di Caprara, dove da lì a poco avrebbe giocato il primo vero Bologna Foot Ball Club.
Tra quelli del Felsineo figurava anche Louis Rauch, il futuro primo presidente rossoblù, che indossava una casacca bianca con uno stemma nero ereditata dal Black Star dell’amico Emilio Arnstein, altro pioniere del BFC. Forse anche per questo, in nome di una storia così lunga e onorevole, persa nelle nebbie della Bassa e del tempo, si sarebbe potuto sperare in un diverso trattamento per i tifosi bolognesi che chiedevano spazio allo stadio Mazza. Sarebbe bastato un gesto simbolico: invece, anziché allargare la porzione di curva ospiti, sono state vendute alcune decine di biglietti meno del previsto (1.419 anziché 1.490), per le solite ragioni di sicurezza che mortificano ogni volta gli spettatori, punendoli indiscriminatamente e preventivamente.
Chissà se mai tornerà un giorno in cui i giocatori di un derby, mescolati ai tifosi, si faranno fotografare come fecero nel 1906 quelli del Felsineo e di Ferrara. La foto, meravigliosa, è pubblicata sul volume Bologna Centodieci di Carlo F. Chiesa, editore Minerva. E fa pensare ai versi di Jacopo Ferretti nel Tasso di Donizetti: «Son momenti ancora i secoli se li guardano i sapienti… Ma son secoli i momenti se li guarda la beltà».
Luca Baccolini
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Foto: Minerva Edizioni