Non è il caso di precipitare in una voragine di ansia e preoccupazione, ma evitare la realtà dei fatti sarebbe un errore altrettanto grande. Negli ingranaggi del Bologna si è inceppato qualcosa. Ovviamente non vanno dimenticate le numerose e pesanti assenze, quella di Mihajlovic in panchina e di Bani, Danilo, Destro, Dijks, Santander e Soriano in campo, ma nascondersi dietro a scuse non è da vincenti.
Buonissimo l’approccio al campionato (7 punti in 3 partite, poi 6 in 10), favorito anche da un calendario non impossibile, con la classifica che aveva nascosto un difetto non da poco, ovvero le reti subite: già 4 dopo la vittoria di Brescia alla terza giornata. Beffarde e ingiuste alcune sconfitte, Roma e Inter su tutte, ma da quel momento la ‘barca’ ha cominciato a manifestare problemi forse inaspettati. Intendiamoci: si sapeva già da quel maledetto 13 luglio che sarebbe stata una stagione tribolata, ma non si pensava che i felsinei potessero avere di nuovo a che fare con la zona calda della Serie A.
Dopo la beffa contro i nerazzurri di Conte, il Bologna si è smarrito. Reggio Emilia la prova più brutta, insieme a quella di Udine, e con essa il terzo stop consecutivo. Una squadra dalle idee annebbiate, a tratti demotivata e apparentemente lasciata sola al suo destino. Poi il Parma… Non c’è nulla da festeggiare per il pareggio strappato a tempo scaduto, se non l’aver evitato un tonfo pesantissimo: i rossoblù di qualche settimana fa avrebbero fornito ben altra prestazione. Pochi tiri, ancora meno quelli in porta, manovra molto più lenta e imprecisa del solito, fase difensiva traballante, tutti elementi che si aggiungono alle già citate assenze e agli errori arbitrali. Quelli non mancano mai, sempre più macroscopici, come il rigore non assegnato oggi per mani di Darmian.
Certo, se Sinisa tornasse stabilmente in panchina si potrebbe guardare con più serenità e carica al futuro, senza nulla togliere ai suoi collaboratori, ma questo è uno scenario che potrà verificarsi solo più avanti. E ci mancherebbe altro, dopo un trapianto di midollo osseo! Resta che in queste condizioni sarà difficile dare filo da torcere a Napoli, Atalanta e forse anche al Milan. Trovarsi al quindicesimo posto in classifica dopo aver speso 50 milioni di euro in sede di mercato, senza sapere come sarebbero andate le cose col mister sempre presente a Casteldebole (in particolare per quanto concerne la gestione e la crescita dei tanti giovani), è un vero peccato, oltre che un enorme dispiacere.
Speriamo che la meravigliosa sassata di Dzemaili, oltre a togliere una ragnatela da sotto la traversa, sia servita anche per spazzare via un po’ di timori e incertezze ad un gruppo chiamato a ritrovarsi al più presto.
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Foto: Damiano Fiorentini