Bologna, testa e cuore: non si vedano fantasmi laddove non esistono
Il Napoli è forte, il Bologna no, è vittima del proprio allenatore e certamente quella del Maradona sarà una semplice scampagnata per i campani. Questo è il refrain che ancor prima di affrontare la Sampdoria era già sulla bocca di tanti. E allora torno a toccare lo stesso tasto, quello di una piazza depressa nell’animo (a ragion veduta, ma solo in parte), non avvezza alla lotta feroce né alle imprese.
Intendiamoci, che gli uomini di Spalletti siano nettamente favoriti è ovvio, specie quando non riesci a battere nemmeno le tue pari grado. Ribadendo per l’ennesima volta la mia convinzione sul fatto che questo sia un organico interessante, pur non pretendendo di ricevere consensi, se vogliamo parlare in ottica salvezza ogni tanto servono anche risultati a sorpresa, o la pellaccia fai fatica salvarla.
Il catastrofismo, però, imperversa: è accettabile avere dubbi su un risultato positivo in casa del Napoli, non lo è mai partire sconfitti e interpretare ogni singolo episodio come se dietro ci fosse qualcosa che non va. Mi riferisco per esempio al probabile forfait di Arnautovic, per alcuni in dubbio a causa di un ‘mal di pancia’ e non del mal di schiena, ipotesi prontamente smentita nelle ultime ore dal suo entourage. Peraltro non è ancora certo che l’austriaco non sarà della gara, e comunque Zirkzee è pronto a sostituirlo: c’è curiosità attorno al talentino olandese, per il quale la società ha sborsato 8,5 milioni di euro più bonus, e vederlo finalmente all’opera (anche se avremmo preferito ammirarli in coppia) non può che far piacere.
Manteniamo la calma. Arriverà anche la prima vittoria per Motta, e in ogni caso non tornerà Mihajlovic, come qualcuno spera: se proprio la situazione dovesse precipitare, non è escluso vi si ponga rimedio con una soluzione interna (Vigiani) o addirittura con un terzo tecnico. Ma non è certo il momento di pensare a queste cose. Manifestare il proprio disappunto tramite i fischi quando i risultati tardano ad arrivare è più che lecito, vedersi come vittime sacrificali o come già retrocessi a metà ottobre no, non è tollerabile.
Mario Sacchi
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Foto: Getty Images (via OneFootball)