Se e quando si scriverà una storia del calciomercato con approccio scientifico, la cessione di Marko Arnautovic dal Bologna all’Inter occuperà una pagina autonoma, che esalterà per decenni i dirigenti rossoblù, capaci di resistere alle pressioni ambientali e di regalare così al club una delle operazioni più lungimiranti della sua storia recente.
Messaggio per chi segue solo sporadicamente le sorti dei nerazzurri: è inutile cercare il nome di Arnautovic nella lista dei convocati di Inzaghi per la gara di domani. Lo troverete invece per tante altre settimane nell’elenco dei lungodegenti, esattamente dove l’avevamo lasciato qui, considerando che nella sua ultima stagione a Bologna l’austriaco era sceso in campo solo 21 volte (14 delle quali nel girone d’andata). Essere riusciti a ricavare quasi una decina di milioni da un 34enne ormai stabilmente infortunato (come dimostra, ahilui, la lesione muscolare che lo terrà fermo almeno fino a dicembre) è stato semplicemente un capolavoro, senza contare l’enormità dell’ingaggio risparmiato, che innalza il valore dell’operazione a circa 20 milioni.
Ma c’è stato bisogno di coraggio, per vendere il miglior attaccante del BFC a pochi giorni dalla chiusura del mercato. Un coraggio che si è scontrato con buona parte dell’opinione pubblica, ferma su posizioni o contrarie o fortemente scettiche (chi prenderemo al suo posto? Zirkzee farà i suoi gol? ecc.). Cedere Arnautovic, uno degli ultimi pretoriani della vecchia gestione tecnica, è stata una mossa dal tempismo impeccabile, una di quelle piccole grandi svolte che salvano un bilancio o l’equilibrio di un gruppo. Ora il giovane e talentuoso Zirkzee non avrà più alibi per proseguire al meglio il suo percorso. E noi ci godremo Inter-Bologna senza rimpianti.
Luca Baccolini
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Foto: Getty Images (via OneFootball)