Chi vuole andare vada. Alla svelta, però
Da tanto tempo, ormai troppo, si parla dei contratti con scadenza 2024 di Nicolas Dominguez e Riccardo Orsolini. Se a campionato in corso si pensava che la quadratura del cerchio potesse essere trovata, ora è evidente come tutto si sia complicato, forse irrimediabilmente. Giovanni Sartori è però stato chiaro: se non arriveranno offerte di un certo spessore, il club potrebbe anche decidere di tenerli a Bologna col rischio di perderli entrambi a zero fra un anno. Certo, più facile dirlo che farlo, ma l’aria che si respira è quella di una società molto cresciuta sotto tale aspetto: nessuno può passare da Casteldebole e fare i conti senza l’oste.
La disillusione circa l’attaccamento alla maglia, poi, è forte e non da oggi: non ci sono più i Bulgarelli che decidono di trascorrere un’intera carriera ‘a casa’, gli Andersson che rifiutano la Juventus e i Nervo innamorati follemente del club e della piazza, i cicli calcistici ormai si consumano nel giro di anni, talvolta mesi. E dunque, per quanto importanti possano essere per questa squadra (come sottolineato spesso da Thiago Motta, in particolare riguardo all’argentino), spazio per loro da queste parti non sembra essercene più. Quantomeno, non alle loro condizioni: chi vuole andare vada.
Questione di ambizioni, legittime, ma soprattutto di soldi. Come sempre, del resto. L’offerta del Bologna è importante, 1,6 milioni di euro: non si tratta di carpentieri (col massimo rispetto), a cui 400 mila euro possono cambiare la vita, parliamo di uomini che vivono nel lusso, che di mestiere praticano uno sport e che probabilmente rimarranno nel dorato mondo del calcio anche dopo aver smesso di giocare. Certo, c’è anche il rovescio della medaglia, ovvero le aspirazioni del club, gli sforzi che vogliono e possono essere fatti dal presidente Joey Saputo per crescere ancora, trattenendo i migliori. Se ne può sicuramente discutere, ma resta comunque difficile farsi andar bene le bizze di ragazzi a cui non manca nulla.
E allora fuori due, possibilmente alla svelta perché c’è un mercato in entrata da portare avanti. Dopotutto, a maggior ragione con un mago del mercato come Sartori al comando delle operazioni, ci siamo già resi conto che nessuno è davvero insostituibile.
Mario Sacchi
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