Con l’Europa un circolo virtuoso per assestarsi ai piani alti. Saputo sempre più bolognese, Motta di fronte a una scelta esistenziale
Per il modo in cui ci aveva abituato a concludere i suoi campionati, la cosa bella di quest’anno è che il Bologna ha ormai troppo poco tempo per rovinare un cammino già leggendario. Cinque partite, invece, sono abbastanza per puntare il più in alto possibile, ovvero al terzo posto, agguantabile a patto di arrivare allo scontro diretto con la Juventus nelle condizioni di poterla superare. Seconda difesa della Serie A, al BFC ora manca solo una spicciolata di punti (o di risultati favorevoli) per dichiararsi matematicamente in Europa. Da quale porta, lo si capirà a breve. Che l’obiettivo, dopo la netta vittoria sulla Roma, sia diventato la Champions, è ormai un segreto confessato, come si intuisce anche da certe interviste. Ma che ci arrivino o no, i rossoblù avranno disputato comunque una stagione epocale.
A fine maggio Motta dovrà dunque prendere una decisione più esistenziale che professionale. Guidare questa squadra in Champions League sarebbe la naturale conseguenza di un percorso (e incentiverebbe la permanenza di certi calciatori, a cominciare da Zirkzee), ma allo stesso tempo la Champions potrebbe anche significare l’impossibilità di andare oltre e fare meglio, e allora per un allenatore così tanto ambizioso sarebbe – in linea teorica – più accettabile l’idea della separazione: sono tutte speculazioni egualmente valide. Quel che è certo, però, è il cambio di indirizzo impresso al club da questa annata straordinaria. Per Joey Saputo, che oramai passa più tempo sotto le Due Torri di un bolognese medio, diventerà sempre più difficile pensare di separarsi da una creatura che proprio ora comincia a dargli risultati sul piano sportivo come mai gli era riuscito da presidente-proprietario.
Un Bologna nelle coppe europee, però, significa anche altro: Champions o Europa League che sia, l’annata 2024-2025 detterà nuovi standard minimi per una squadra che fino alla scorsa stagione aveva il compito dichiarato (incredibile a pensarci adesso) di conquistare appena 52 punti, ovvero uno in più del record della gestione Guaraldi. L’Europa aumenterà i costi, certo, ma produrrà anche ricavi sufficienti a potersi permettere giocatori di fascia medio-alta. Un circolo virtuoso che andrà sostenuto con la massima convinzione anche dall’Amministrazione comunale, chiamata e ripensare le infrastrutture adatte a un grande torneo continentale. Si spera non per un solo anno.
Luca Baccolini
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