Chissà, magari alla fine non sarà Europa, almeno non subito, visti i mille ostacoli che hanno complicato il cammino del Bologna in questa stagione. Una stagione comunque più che positiva che oggi racconta di 41 punti a 8 giornate dal termine (solo tre in meno dei 44 conquistati nello scorso campionato), 7 vittorie in trasferta (piegate, tra le altre, Napoli, Roma e Inter) e un nono posto che invita o addirittura obbliga i rossoblù a tentare l’impresa. Sì, non ci sarebbero altre parole per definire l’immediato ingresso dei ragazzi di Sinisa tra le prime sette della classe, ripensando in particolare al tragico annuncio fatto da Mihajlovic in conferenza stampa circa un anno fa.
La nota più positiva è quella rappresentata dai giovani e giovanissimi presenti in organico, a cui l’allenatore serbo si sta affidando senza alcun timore: Tomiyasu (21) titolare in pianta stabile, Barrow (21) autore di 6 reti in appena 851 minuti e il ‘fratellino minore’ Juwara (18) già in gol, peraltro a San Siro, dopo soli 84 minuti giocati in Serie A. E ancora Baldursson (18), Cangiano (19), Corbo (20), Skov Olsen (21), Svanberg (21), Dominguez (22) e perché no, gli stessi Orsolini (23) e Schouten (23), con l’olandese che si sta rivelando un autentico gioiellino: bravi Bigon e Di Vaio a scoprirlo nel piccolo Excelsior, permettendo a Saputo di acquistarlo ad un prezzo vantaggioso (neanche 3 milioni di euro).
Se questa squadra ha basi solide, però, lo si deve all’esperienza dei vari Da Costa, Danilo, Medel, Palacio, Poli, Sansone e Soriano. Denswil si farà, Dijks sta tornando quello vero, Skorupski pare essersi ricordato di essere un ottimo portiere, e tutti gli altri (da Mbaye a Santander, da Bani a Krejci) sono molto più che semplici ingranaggi di un meccanismo ben oliato e destinato a regalare risultati importanti. Se fino qualche tempo fa il Bologna non poteva ancora essere considerato un club di alto profilo, nonostante il suo blasone, adesso le cose sono cambiate. Dopo un fallimento scongiurato e un altalenante ma comprensibile assestamento nella massima serie, una società già solida e ben strutturata ha anche tolto il freno alle proprie ambizioni: la mentalità è vincente, i salti di qualità costanti, il futuro roseo. E quindi, lasciati alle spalle i momenti difficili, non resta che godersi questa meravigliosa creatura. Il tempo ha dato ragione a chi ha lavorato con professionalità e serietà, trasformando gli errori in preziosi insegnamenti.
Mario Sacchi
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