Un solo punto nelle ultime tre partite contro Genoa, Udinese e Lazio, la parte sinistra della classifica mantenuta a causa dello stop (ma che potrebbe essere persa, se Cagliari e Sassuolo vincessero i rispettivi recuperi) e l’Europa a cinque lunghezze di distanza, poche ma ancora ambite da almeno mezza dozzina di avversarie.
Eppure, il Bologna ci crede. Prima della sosta forzata, le dichiarazioni in merito alla corsa per un posto in Europa League erano caute, possibiliste ma a mezza voce. Nelle ultime settimane, giocatori come Medel e Soriano e persino il presidente Saputo hanno gettato la maschera e ammesso che sì, i rossoblù si sentono a tutti gli effetti iscritti alla lotta, e che nonostante il gap con il Napoli e l’imprevedibilità del campionato che si andrà ad affrontare a partire dal prossimo 22 giugno, confermare il decimo posto ottenuto l’anno scorso non li accontenterebbe più.
Lo stesso Mihajlovic, riaccogliendo i suoi ragazzi al centro tecnico Niccolò Galli, ha subito presentato le dodici tappe che separano il Bologna dalla fine di questo insolito percorso come il pacchetto di gare in cui finalmente si farà sul serio, e verrà testata sul campo la possibilità del gruppo di conquistarsi un traguardo che – per ragioni soprattutto extracalcistiche – ad inizio stagione sembrava semplicemente innominabile.
A tal proposito, non è chiaro quale ingranaggio sia scattato nella mente dei calciatori, portandoli ad abbandonare la loro proverbiale accortezza e a scandire quelle tre sillabe di cui la piazza felsinea ha fame da anni, ma è probabile che abbia pesato parecchio la costante presenza di Sinisa, apparso in netta ripresa e finalmente in grado di gestire e guidare ogni seduta d’allenamento. Restare quotidianamente in contatto con il suo carisma, la sua forza persuasiva e quella sua nuova bandana da sparviero pronto ad ogni avventura, deve aver portato l’intero spogliatoio a spingere ancora più in là il proprio sguardo, che già era diventato più ambizioso settimana dopo settimana. Il campionato tranquillo e senza particolari pretese che lo scorso luglio chiunque avrebbe accettato come condizione per riavere Mihajlovic in salute, col passare dei mesi s’è fatto troppo piccolo per il grande cuore messo sul rettangolo verde da Poli e compagni, e il mantenimento della decima posizione ottenuta l’anno prima ha ripreso ad essere il vero grande obiettivo.
Oggi Sinisa, che in conferenza stampa aveva raccontato come durante i cicli di chemioterapia a cui doveva sottoporsi si ponesse traguardi giornalieri ‒ e ogni volta più probanti ‒ da raggiungere, sembra aver trasferito dal suo letto d’ospedale ai campi di Casteldebole questa mentalità, con l’intento di forgiare un gruppo che, se ripetesse lo strepitoso finale di stagione 2018-2019, potrebbe davvero riuscire a dire la sua per l’Europa.
La sfida è ardua, lo è pure il clima che i giocatori dovranno affrontare (sia dal punto di vista meteorologico che ambientale, dati gli stadi vuoti), e il calendario presenta un tour de force vietato ai deboli di cuore, ma queste sono valutazioni che non appartengono all’allenatore serbo e che la squadra sta progressivamente imparando ad abbandonare. Comunque andrà a finire, sulla griglia il Bologna si presenta tutt’altro che sconfitto in partenza.
Fabio Cassanelli
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