Il BFC non svende e la crisi impedisce ai top club di offrire grandi cifre: blindare i prospetti e affidarsi alla loro crescita può essere una strada
Ieri pomeriggio Sky Sport ha intervistato Beppe Marotta, a.d. dell’Inter, all’Hotel Sheraton di Milano, dove si è svolta l’ultima giornata di contrattazioni per quanto riguarda il mercato invernale 2021. Il dirigente nerazzurro ha ammesso come tra le conseguenze della pandemia di COVID-19 ci sia stato anche un dimezzamento delle cifre che orbitano attorno al calcio, e che nel prossimo futuro non sarà pensabile intavolare trattative faraoniche, né dal punto di vista del cartellino né dell’ingaggio dei giocatori. «Per questo, ha aggiunto Marotta – l’Inter si sta cautelando, proponendo rinnovi di contratto ai calciatori sui quali intende costruire la squadra che sarà». Non potendo pensare di puntare a grandi colpi in entrata, vista anche la delicata situazione societaria, il Biscione blinda le risorse che ha e confida che gli investimenti fatti in passato diano i frutti sperati.
C’entra, tutto ciò, col Bologna? Eccome, perché l’adozione di tale strategia (quasi forzata), unita alla necessità di puntare prevalentemente sui giocatori già in rosa, potrebbe impattare sulla realtà felsinea meno pesantemente che su altre società.
Innanzitutto la proprietà Saputo è solida quanto quella di pochi altri club in Serie A e in Europa, e già questo dovrebbe bastare ai tifosi rossoblù per dormire sonni tranquilli anche in un periodo di crisi – sanitaria e non – come quello che stiamo vivendo. Il BFC non corre il rischio di essere ricoperto da debiti che non possono essere saldati, di non riuscire a pagare lo stipendio a dipendenti, tecnici e giocatori, o di essere costretto a cedere pezzi pregiati per risanare le casse. In tal senso, basti pensare a come in estate sia stata rispedita al mittente un’offerta del Milan per Takehiro Tomiyasu da 15 milioni di euro tra fisso e bonus: la richiesta era di 25, e da quella posizione i felsinei non si sono mai discostati. Nelle scorse settimane si è anche vociferato di un interesse degli stessi rossoneri per Mattias Svanberg (circa 8 milioni la proposta in cantiere), ma la dirigenza non ha nemmeno teso l’orecchio (come confermato sempre su Sky da Walter Sabatini)
Insomma, da un lato il Bologna non svende, e dall’altro i top club ponderano i loro esborsi molto più che nel recente passato. Questo non significa con assoluta certezza che durante la prossima finestra estiva di mercato la società rossoblù non cederà neanche uno dei suoi prospetti, ma che pretenderà fino all’ultimo centesimo, e dunque non è scontato che la controparte sceglierà di accettare le condizioni che gli verranno poste.
Va infine sottolineato come, se anche a Casteldebole si sceglierà di blindare i ragazzi attualmente a libro paga, l’ossatura della squadra sarà di grande talento e altrettanta prospettiva. In un futuro non lontano gli investimenti sugli under 23 effettuati negli ultimi tre anni (i vari Antov, Baldursson, Barrow, Dominguez, Hickey, Orsolini, Schouten, Skov Olsen, Svanberg, Tomiyasu e Vignato) potrebbero fruttare, anziché ricche plusvalenze, importanti dividendi sul campo.
Fabio Cassanelli
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