Il calciomercato possiede sempre un certo fascino ma porta con sé anche sfumature a tinte agrodolci. In un’epoca dove le bandiere non esistono più, è comunque fastidioso vedersi sottrarre un giocatore che nel corso della stagione ha fatto più o meno la differenza. E il Bologna, nonostante l’avvento di Joey Saputo, continua ad essere visto dai media – cartacei, radiotelevisivi e virtuali – come una bottega facile da depredare per le rinnovate sette sorelle: cosa potrebbero mai fare i rossoblù se una delle big si presentasse con una cifra appena sopra le righe?
Ecco spiegato perché, sotto le Due Torri, le news di mercato assumono connotati disturbanti: in troppi hanno la malsana abitudine di mettere gli occhi in casa del club felsineo e sminuirne la forza, convinti di poter portare via un pezzo pregiato della rosa con scontata facilità. Un atteggiamento, ne siamo consapevoli, difficile da modificare, specialmente se la stessa stampa locale fa spesso passare il BFC come terra di conquista per le cosiddette ‘grandi’.
Sulla sessione che inizierà ufficialmente il 1° luglio ma che di fatto è già iniziata, pesano – o almeno dovrebbero pesare – in positivo le recenti parole, chiarissime e non travisabili, dell’a.d. Claudio Fenucci: «A causa del COVID, la situazione economica complessiva del calcio europeo e italiano potrebbe determinare un’ulteriore riduzione dei valori di trasferimento dei calciatori, quindi probabilmente in questo momento conviene investire piuttosto che valorizzare sul mercato i talenti che comunque quest’anno si sono messi in luce». A fargli eco è stato l’allenatore Sinisa Mihajlovic: «Il progetto è chiaro: i migliori resteranno e arriveranno rinforzi. Non girano soldi, vendere ora avrebbe poco senso: meglio comprare, valorizzare e crescere. Se poi dovesse arrivare una super offerta per un nostro giocatore la valuteremo, ma l’idea è tenere tutti».
Se c’è una cosa che di certo non si può imputare ai tanto bistrattati professionisti che lavorano a Casteldebole è quella di aver avanzato, nel corso degli ultimi sei anni, promesse difficili da mantenere, illudendo o peggio prendendo in giro la piazza. Un po’ di fiducia in più, considerata anche la solidità economica del patron, non guasterebbe, e la vicenda legata alla permanenza di Mihajlovic dovrebbe insegnare qualcosa: sul conto del tecnico serbo e della società se ne sono dette e scritte di ogni, mentre proprio Fenucci rassicurava l’ambiente in merito ad un rapporto che sarebbe proseguito come da contratto. E così è stato.
Il quadro che emerge è piuttosto nitido: il Bologna non ha necessità o peggio fretta di vendere, e casomai lo farà soltanto alle proprie condizioni (più o meno dai 20 milioni in su, ci sentiamo di affermare), al fine di assicurarsi cifre realmente sostanziose da reinvestire per rinforzare l’organico. Insomma, nonostante il complesso periodo generale ci sono tutti gli ingredienti per presentare ai nastri di partenza della Serie A 2021/22 una squadra in grado di divertirsi e divertire, regalando soddisfazioni ai suoi tifosi. E c’è soprattutto un club che merita di essere trattato con rispetto.
Mario Sacchi
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