Il triste epilogo juventino di Thiago Motta, un battitore libero bruciato dalla troppa sicurezza

Il triste epilogo juventino di Thiago Motta, un battitore libero bruciato dalla troppa sicurezza

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Nessun revisionismo storico: 120 punti raccolti in meno di due stagioni complete, picchi clamorosi offerti in termini di gioco e soprattutto una storica qualificazione alla Champions League. Dati e risultati che consegnano Thiago Motta, esonerato proprio oggi pomeriggio dalla Juventus e rimpiazzato da Igor Tudor, alla storia del Bologna.
Certo, da queste parti resta impresso anche il suo più grande peccato capitale, ovvero quello di essersi sentito più importante del club in cui ha lavorato per quasi due anni: un vero e proprio battitore libero che ha spesso sconfinato in ambiti e competenze altrui, come quando accusò un noto giornalista locale di essere ‘imbeccato’ dalla società, passando alla pubblica richiesta di spiegazioni di deficit e piani di rientro al presidente Joey Saputo, fino alla pericolosa sconfessione del mercato in quel di Utrecht nell’estate 2023, con ancora un mese di trattative alle porte.
La modalità del divorzio dai colori rossoblù non è sfuggita a tale logica: uno striminzito comunicato ANSA, quasi a voler chiudere velocemente il capitolo BFC, sottolineando il distacco interposto. Un distacco soprattutto sul piano umano e sentimentale, checché ne dica lo stessa Motta, destinato ad essere ricoperto dai fischi di gran parte Dall’Ara ad inizio maggio: appuntamento rimandato, chissà a quando.
Alla luce dei suddetti esempi, il triste epilogo della sua avventura juventina (quinto in campionato e fuori sia dalla Champions che dalla Coppa Italia già a febbraio) non sorprende così tanto, ma nessuno si sarebbe aspettato un fallimento del genere: proseguire il suo percorso sotto le Due Torri avrebbe di sicuro giovato alla carriera del tecnico italo-brasiliano, quantomeno se avesse provato a smussare certi angoli e a lavorare in piena sintonia con tutte le componenti di una struttura aziendale.
Perché se è vero che l’allenatore rappresenta una figura centrale e cruciale per la buona riuscita di un progetto sportivo, è altrettanto vero che senza una società solida e sana alle spalle, quale è il Bologna di Saputo (e non la Juventus attuale), un allenatore sia pur bravo o bravissimo rischia di bruciarsi. Buona fortuna Thiago, adesso ne avrai bisogno.

Riccardo Rimondi 

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Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images (via OneFootball)