Il vero campionato su cui fare la corsa è quello di Guidolin, non di Pioli
Forse Saputo avrebbe potuto indicare un traguardo meno appiattito sul campionato 2011/12, dicendo di voler arrivare almeno a quota 52 (tradendo così un punto debole nei confronti del suo predecessore). Ma a guardare proprio quel campionato, l’ultimo sopra i 50 punti degli ultimi vent’anni, non si può fare a meno di notare come il Bologna ci sia arrivato non per dichiarata ambizione, ma semplicemente perché – una volta salvo – si ritrovò a vincere 4 delle ultime 7 partite in calendario, in un’irripetibile circostanza che sommava ambizioni personali (Ramirez, Diamanti, Pioli su tutti) e ritrovata serenità ambientale dopo mesi di assestamenti societari.
Quei 51 punti, che stupirono in primis il vicepresidente Setti (perse la scommessa con Guaraldi e fu costretto a regalargli un orologio da quasi 50 mila euro) non dovrebbero però essere la principale ispirazione. Il vero campionato-modello dovrebbe essere invece quello del 2001/02 (a 18 partecipanti), quando Guidolin rimase in corsa per la Champions League dalla prima sino all’ultima giornata (alla fine 52 punti e la magra consolazione dell’Intertoto). Quella sì che fu una stagione paragonabile al percorso di Motta, che al momento sta marciando molto più velocemente del Pioli edizione 2011/12.
Fare meglio dei famosi 51, con 10 partite ancora a disposizione, non soltanto è probabile, ma addirittura possibilissimo, nonostante lo scetticismo e le remate in senso contrario di molti ‘tifosi’, forse nostalgici dei tempi in cui andare in Europa o non andarci era la stessa cosa, perché comunque non ci sarebbero stati soldi sufficienti per affrontare una competizione internazionale.
Luca Baccolini
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