La classifica complicata non perdona nessun passo falso, ma ieri il Bologna meritava di più
Sono spesso molto duro (per eccesso di amore) nei confronti del Bologna, non credo di aver mai lesinato critiche considerandomi obiettivo nel bene e nel male, ma a poche ore dal fischio finale del match contro la Sampdoria mi rendo conto di essere l’unico, o comunque uno dei pochi, ad aver trovato spunti positivi nella prova dei rossoblù. Ho visto finalmente una squadra combattere su ogni pallone, aggredire gli avversari e passare meritatamente in vantaggio al 32′ con Dominguez, che poi colpirà anche una traversa. Fino ad allora gli uomini di Motta avevano dato tutto, come giustamente preteso dai tifosi. La Samp? Non pervenuta.
Qualcosa nella ripresa doveva per forza cambiare, perché i ritmi tenuti nella prima frazione erano stati abbastanza alti, e così si è deciso di contenere l’avversario, cosa tra l’altro riuscita bene. Mettiamoci in testa una cosa: la classifica è complicata e inaspettata, quando ti trovi in vantaggio col minimo scarto e non sei tranquillo devi necessariamente fare di necessità virtù per agguantare l’intera posta in palio, anche a discapito del bel calcio: in questo preciso momento contano i punti, sono quelli che via via regalano la serenità.
Punti che con ogni probabilità sarebbero arrivati, ma il solito errore di Skorupski ha reso vano quanto di buono era stato fatto: ennesima uscita senza senso del portiere polacco, che invade il territorio di Soumaoro lasciando completamente sguarnita la porta e regalando il gol del pari a Djuricic. Minuto 72. E la Sampdoria? Ancora non pervenuta. Cosa si può dunque contestare a Motta, che con le mosse di Aebischer esterno e Dominguez trequartista era riuscito a trovare una più che discreta quadratura? La sostituzione di Arnautovic a dieci minuti dalla fine: mai nella vita, una scelta incomprensibile.
Dicevamo, Bologna che ha anche una buona dose di sfortuna (con l’Empoli due legni e un rigore negato per un fuorigioco millimetrico, con la Sampdoria una traversa). Quanti punti meriterebbe in più ad oggi la squadra? Facciamo 3 per stare stretti. Sarò un folle ma continuo a pensare che l’organico sia da metà classifica. Attenzione, ciò non significa non rischiare di retrocedere o non dover combattere ‘nel fango’ per evitarlo, avendo preso una brutta china. Ricordo ad esempio come la Fiorentina del campionissimo Batistuta scivolò tra i cadetti nella stagione 1992/93. Ci sono troppe variabili nel calcio, a volte dettate dalla sorte, a volta da episodi: abbiamo già capito tutti che quest’anno ci sarà da lottare fino alla fine.
Da troppe stagioni non si riesce ad andare oltre il decimo posto, in tal senso il malumore e l’insoddisfazione della tifoseria rossoblù sono assolutamente comprensibili e giustificati. Ma non ci sto, ieri contro la Samp un successo sarebbe stato più che meritato. La preoccupante classifica attuale, però, non permette di ragionare in modo lucido, e nemmeno di perdonare ogni minimo passo falso.
Infine, non comprendo tutto questo astio nei confronti di Motta, allenatore che ad oggi un tifoso o giornalista che sia non può valutare a pieno. Perché tra i professionisti ha alle spalle una breve parentesi al Genoa e la salvezza miracolosa con lo Spezia. Perché è a Bologna da neanche un mese. Perché ha ereditato un gruppo che si era disabituato a proporre calcio e a fare la partita. Si è pazientato a lungo con Mihajlovic, nonostante le sole 4 vittorie nei 24 match disputati nel 2022, cosa mi sfugge su Thiago? Pur consapevole che il credito non è infinito, per quale motivo non merita eguale trattamento?
Mario Sacchi
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Foto: Getty Images (via OneFootball)