La lunga e inedita sosta dettata dai Mondiali in Qatar e un mercato invernale davvero povero, mai così dal 2006, non hanno modificato gli equilibri di una Serie A che vede quasi tutte le venti squadre pienamente in corsa per i rispettivi traguardi.
Non si arresta il cammino del Napoli, 62 punti raccolti sui 69 a disposizione: l’inciampo di Milano sponda nerazzurra, per gli azzurri di un super Spalletti, è stato un semplice incidente di percorso seguito da sette vittorie consecutive. Il consistente vantaggio sulla prima inseguitrice permetterà ai partenopei di gestire al meglio le energie in vista di una campagna europea che li vedrà affrontare agli ottavi i tedeschi dell’Eintracht Francoforte. Con un occhio sempre rivolto al record dei 102 punti realizzato dalla Juventus di Conte nella stagione 2013/14.
Dietro al vuoto creato dal Napoli, spazio alla corsa Champions, con cinque formazioni in corsa per garantirsi uno dei tre posti validi per la partecipazione alla massima competizione continentale. L’Inter, a quota 47, guida questo gruppo: per Inzaghi e i suoi ragazzi l’anno è iniziato con la Supercoppa Italiana alzata a Riyadh contro il Milan e la semifinale di Coppa Italia raggiunta battendo la Juventus, mentre all’orizzonte proprio in Champions League c’è il Porto, autentica bestia nera delle italiane.
Terze forze del torneo Milan e Roma, entrambe a 44. Per i rossoneri un gennaio da incubo che ha compromesso le già residue speranze di difesa del titolo, così Pioli ha optato per una profonda metamorfosi tattica fatta di equilibrio e compattezza difensiva: qualche segnale di ripresa tra Serie A e soprattutto Champions è arrivato, avendo il Diavolo superato per 1-0 il Tottenham nella sfida di andata degli ottavi. Solidità e poco spazio per l’estetica che hanno sempre contraddistinto la Roma di Mourinho: bene in campionato, percorso deludente in Coppa Italia (fuori, al pari del Napoli, contro la Cremonese) e balbettante in Europa League, coi giallorossi ad un bivio dovendo ribaltare l’1-0 subito a Salisburgo nell’andata degli spareggi.
Lazio e Atalanta, rispettivamente a quota 42 e 41, chiudono il suddetto gruppo. I biancocelesti di Sarri vivono di alti e bassi sia dentro che fuori dai confini nazionali, essendo retrocessi dal girone di Europa League agli spareggi di Conference: bene comunque la sfida d’andata della terza manifestazione, vinta 1-0 sul Cluj. Dopo il passaggio a vuoto dello scorso anno, la truppa di Gasperini sembra invece avviata a strappare il sesto pass europeo nelle ultime sette stagioni: lo straordinario trasformato nell’ordinario.
Le note vicende extra campo comportano il settimo posto per la Juventus, colpita da un -15 e ora a quota 32 in compagnia dell’ottimo Bologna targato Motta (26 punti in 17 partite sotto la sue gestione): tutto da scrivere il futuro prossimo dei bianconeri, perciò la testa degli uomini di Allegri non può che essere rivolta principalmente alla Coppa Italia e all’Europa League, possibili varchi per accedere ai tornei UEFA (sanzioni della stessa permettendo). Ma intanto nell’immediato lo scoglio si chiama Nantes, e si riparte dall’1-1 dell’andata.
Quelle stesse vicende giudiziarie, unite al possibile incastro dell’Inter trionfatrice in Coppa Italia, potrebbero liberare un posto in Europa per compagini di recente poco abituate a palcoscenici del genere: oltre al Bologna possiamo iscrivere a questa corsa (il tempo ci dirà se platonica o meno) il Torino e l’Udinese, a quota 30. La ‘creatura’ battagliera di Juric, seppur profondamente modificata ad ogni mercato estivo, risponde sempre presente e punta a migliorare quanto fatto nell’annata precedente, mentre la squadra di Sottil, dopo un avvio bruciante, è rientrata in ranghi più consoni al proprio valore ma resta in corsa per un’ipotetica qualificazione in Conference.
Una menzione d’onore per la provincia protagonista: Monza (29), Empoli (28) e Lecce (27) si dividono la terra di mezzo. Investimenti intelligenti per i brianzoli, anche ingenti ma con un giusto mix tra il gruppo salito dalla B e acquisti mirati, oltre alla carta Palladino indovinata in corsa al posto di Stroppa. Diversi elementi in comune per toscani e salentini: un mercato fatto con poche risorse ma tante idee di successo, come si può notare dai giovani valorizzati da Zanetti e Baroni. Progetti sostenibili che fanno bene ad un mondo del calcio spendaccione e indebitato.
Stagione dai due volti per la Fiorentina: bene in Coppa Italia, visto l’approdo in semifinale, e in Conference League, col recente 4-0 rifilato in trasferta al Braga negli spareggi del torneo che conducono gli ottavi. Fatiche e gare infrasettimanali pagate a caro prezzo in campionato, dove la Viola ha conquistato appena 25 punti: come per la Juve, seppur per motivi diversi, testa rivolta alle coppe come viatico per l’Europa.
Annata interlocutoria per il Sassuolo, molto condizionata da diversi infortuni e dalle cessioni illustri effettuate in estate: ecco spiegati i 24 punti raccolti sin qui, ma con un girone di ritorno tranquillo sotto il profilo degli infortuni la lotta salvezza non dovrebbe risucchiare i neroverdi di mister Dionisi.
Zona calda che nelle ultime settimane ha visto nuovamente invischiate Salernitana (21) e Spezia (19). La situazione in casa campana è sempre più confusa, con Nicola prima esonerato, poi richiamato e in seguito di nuovo sollevato dall’incarico in favore di Paulo Sousa, rientrato in Italia dopo sei anni. E la paura fa sempre più capolino in un ambiente che ad inizio anno prospettava per se stesso altre dinamiche di classifica. Più sorprendente l’esonero di Gotti in Liguria: un organico costruito solo per mantenere la categoria è stato falcidiato dagli infortuni, e di conseguenza il rendimento non poteva che risentirne in negativo. Aquilotti pronti ora a giocarsi la carta Semplici, fermo dopo l’esperienza a Cagliari: al tecnico fiorentino l’onere di firmare quella che sarebbe un’impresa.
Attenti a quei due: la coppia Zaffaroni-Bocchetti, creata in dicembre dopo la scadenza della deroga per allenare concessa al secondo, ha risollevato le sorti del Verona (17 punti), rimettendo in carreggiata una squadra sì depauperata ma che non poteva certo valere la pessima classifica fatta registrare fino alla pausa: magari non catturerà l’occhio, ma questo Hellas ha dimostrato di essere un cliente scomodo per tutti.
Chiudono la classifica Sampdoria (11) e Cremonese (8), destinate alla retrocessione: scenario quasi inevitabile per la compagine blucerchiata, circondata da nubi societarie che ne mettono in dubbio anche la partecipazione alla prossima Serie B, mentre i grigiorossi pur tentando la carta Ballardini non sono riusciti a cambiare il destino del loro campionato, anche se si sono tolti l’enorme soddisfazione di espugnare Napoli e Roma in Coppa Italia guadagnandosi la semifinale contro la Fiorentina.
Riccardo Rimondi
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