C’è stato un momento, attorno a metà agosto, in cui quella parte di tifoseria a cui non va mai bene nulla (anche quando le cose girano come si deve) ha perso del tutto la pazienza. Le operazioni in entrata vivevano una fase di stallo, Arnautovic e Schouten erano appena stati ceduti non c’era nemmeno l’ombra del rinnovo di Dominguez e Orsolini. Le numerose voci sul «piano di rientro» stilato da Joey Saputo non aiutavano, i vari incastri non lasciavano presagire un miglioramento dell’organico quanto piuttosto un campionato da parte destra della classifica.
La sensazione è che nei vari summit tenutisi in quei giorni a Casteldebole abbia pesato molto il parere dell’a.d. Claudio Fenucci, evidentemente in grado di toccare le corde giuste e far capire al patron come le ambizioni e le capacità di Thiago Motta, assai irrequieto fin dal termine della passata stagione, meritassero quello scatto in più in sede di mercato: uno sforzo in più oggi per raccogliere magari il doppio dei frutti auspicati domani, ovviamente senza esagerare (lo testimonia la corposa riduzione del monte ingaggi).
Proprio lì è cambiato qualcosa, è arrivata la svolta. Il resto è storia recente, con Giovanni Sartori e Marco Di Vaio che si sono mossi in modo ineccepibile, chiudendo falle inaspettate (è bene ricordare il caos generato da Arnautovic e la volontà di tornare in patria palesata da Schouten) e arrivando persino a migliorare la squadra rispetto all’anno scorso, rendendola almeno sulla carta più competitiva. E se il ‘Cobra di Lodi’ non ha bisogno di ulteriori elogi, perché la sua carriera è ormai a forma di corona, dell’ex centravanti non possiamo che sottolineare la crescita costante, ora favorita dalla presenza di quello che forse è il miglior d.t. d’Italia, una figura da cui Marco può apprendere tantissimo.
Dunque è un Bologna che, in barba a certi giudizi affrettati del prima e ad alcuni un po’ approssimativi del poi, merita un 8 pieno se non di più: siamo di fronte alla miglior sessione estiva di mercato dell’era Saputo e dell’ultimo ventennio rossoblù, roba da stropicciarsi gli occhi. Era dai tempi di Giuseppe Gazzoni Frascara che la piazza (quella vera) non si esaltava così, e mi ci metto pure io da ‘scribacchino tifoso’.
È prematuro parlare di obiettivi e ipotizzare piazzamenti finali, ma la sensazione è che i felsinei possano giocarsela alla pari con la Fiorentina, tanto per citarne una. Ce lo dirà il campo, giudice supremo. Adesso tocca a Motta, che la società ha accontentato e al quale a luglio è stato proposto il rinnovo di contratto: speriamo che il mister non si faccia desiderare troppo e che la risposta sia positiva. Bologna è una città unica nel suo genere, un ambiente che ti lascia vivere ma allo stesso tempo pretende. Sotto le Due Torri il tecnico italo-brasiliano ha la possibilità di aprire un ciclo importante, per il club e per se stesso: la palla è nelle sue mani, in attesa del nuovo Dall’Ara (arriverà anche quello) c’è davvero tutto per puntare in alto.
Mario Sacchi
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