La voglia di andarsene di Calafiori e lo strano modo di amare di Zirkzee: ormai i calciatori hanno oscurato il calcio

La voglia di andarsene di Calafiori e lo strano modo di amare di Zirkzee: ormai i calciatori hanno oscurato il calcio

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Non molto tempo fa, è sufficiente andare indietro di tre-quattro anni, se provavi a spiegare a una parte della tifoseria bolognese che la cessione di un determinato giocatore era avvenuta per volere di quest’ultimo ti prendevi una vagonata di insulti: «Sono scuse, difendete la società». Nel giro di una stagione è cambiato il mondo, questo perché il raggiungimento dell’obiettivo Champions ha messo tutti – o quasi – d’accordo, e adesso sul mercato c’è fiducia nella dirigenza.
Tralasciando questo preambolo, che era più un sassolino nella scarpa, oggi possiamo scrivere liberamente e senza timore di essere smentiti che a voler lasciare Bologna è stato Riccardo Calafiori. Questione di prestigio del campionato, questione di soldi, fatto sta che il difensore azzurro ha subito voltato le spalle al BFC: se per qualcuno i colori rossoblù rappresentano ancora un importante punto d’arrivo, per altri non possiedono il fascino da big. Anche se la Champions League non ci sembra esattamente un torneo parrocchiale…
Al giorno d’oggi come si fa a non smarrire l’amore per uno sport che cambia, tendenzialmente in peggio, alla velocità della luce? A tal proposito Vangelis Pavlidis, che sembrava dover vestire la maglia rossoblù ma alla fine è passato al Benfica, era uscito allo scoperto: «Io vado dove mi pagano di più, noi calciatori siamo aziende». Perciò quando il greco segnerà si dirà che ha fatto gol il Benfica o Pavlidis? Si esulterà per la squadra o per il singolo?
Tornando a noi, Calafiori ha dimostrato davvero poca riconoscenza verso il club che un’estate fa l’aveva ripescato dal campionato svizzero quando l’Italia che ora lo osanna si era dimenticata di lui: è bastato un solo anno per montarsi la testa e scordarsi il passato. Più bello a leggersi Joshua Zirkzee, che al momento del commiato ha salutato l’ambiente con un «Bologna ti amo, ora sei dove meriti». Strano modo di amare… Non parliamo poi di Thiago Motta perché si scenderebbe nel ridicolo. E allora vale ancora la pena seguire questo ‘baraccone’ privo non solo di bandiere ma proprio di valori? Solo per la maglia, mi si dirà, ma ormai sembra tutto un’illusione.

Mario Sacchi

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Foto: Getty Images (via OneFootball)