Il 27 aprile 2019 Sinisa Mihajlovic spinse l’Empoli in B con un perentorio 3-1, dirigendosi verso la salvezza a spese di Aurelio Andreazzoli, il ‘nonno’ della Serie A (come lo chiamano spesso e affettuosamente i suoi giocatori), 70 anni tra poco più di un mese. I toscani hanno ricambiato la cortesia battendo Motta alla sua prima panchina rossoblù ormai un anno fa. E sembra passato un secolo, da allora.
Comunque vada, Bologna-Empoli non sarà una partita qualunque. E il suo risultato, a meno che non arrivi l’ennesimo pareggio, dirà qualcosa di importante sul cammino delle due squadre. Curiosamente, sia il Bologna che l’Empoli è come se non avessero ancora cominciato a marciare in questo strambo campionato che vede le romane arrancare pietosamente in fondo e le provinciali veleggiare lassù in alto.
Con una sola vittoria in avvio di torneo (e appena 3 gol segnati), i rossoblù sono francamente molto al di sotto delle aspettative; gli azzurri, che con un’unica rete realizzata e 13 subite hanno comunque abbandonato l’ultimo posto, devono scrollarsi di dosso il sentore di predestinazione alla cadetteria.
Il problema però è questo: per come è messo attualmente il BFC, basterebbe un passo falso per trasformare temporaneamente la compagine felsinea nell’Empoli di turno. E rimettere almeno per qualche giorno in discussione tutto: Motta, il suo rinnovo di contratto, la crescita di un gruppo che comunque sta dando piccoli ma interessanti segnali di crescita.
Del resto il calcio è così, non sa aspettare: domani il Bologna deve vincere e possibilmente convincere. Thiago lo sa e, anche se avrebbe tante ragioni per farlo, non cerca alibi: quelli non portano punti.
Luca Baccolini ©
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