Sempre più spesso si leggono profezie allarmanti sulla possibile fuga dei talenti rossoblù alla fine del campionato. Certo fa un discreto effetto non dover nemmeno fare lo sforzo di aprire la Gazzetta dello Sport, dato che il calciatore simbolo del Bologna è ormai diventato un ospite fisso della prima pagina, accostato a Inter, Juventus, Milan o chicchessia. Una situazione inedita, lusinghiera ma al contempo fastidiosa, che forse qui non si viveva dai tempi di Roberto Baggio. Ma al di là del destino dei big di Thiago Motta (lui compreso), giova ricordare che questa stagione è nata proprio sulla dismissione di numerosi pezzi – ritenuti – pregiati: Arnautovic, Barrow, Dominguez, Medel, Schouten, e all’elenco si potrebbero aggiungere anche i ‘senatori’ Sansone e Soriano.
Già, la scorsa estate metà torso della squadra giunta nona fu completamente cancellato, autorizzando quindi le previsioni più fosche. Oggi, benché sia difficile immaginare un BFC senza Calafiori o Zirkzee, è assolutamente lecito immaginare che l’organico verrà rinforzato da Sartori e Di Vaio sulla base dei prossimi impegni europei. I quali, se possibile, richiederanno innesti ancora più importanti, diversificati e adatti alla stagione da 50 partite (se non di più) che attende il Bologna. Ma più delle offerte economiche che Saputo riuscirà a garantire ai propri big, sarà Motta il vero ago della bilancia nella scelta di molti giocatori. Non per una questione di gratitudine, ma perché il calcio di Thiago ha saputo valorizzare tutti. Rimanere un altro anno qui, per molti potrebbe essere il trampolino di lancio definitivo.
Luca Baccolini
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