In poco più di un mese il Bologna ha battuto il Borussia Dortmund, ottenendo la prima vittoria in Champions League, l’Atalanta, volando in semifinale di Coppa Italia, e ieri il Milan in uno scontro diretto dal profumo europeo: quando vogliono vincere, che sia per togliersi una grossa soddisfazione o perché c’è in gioco qualcosa di importante, i rossoblù non solo ci riescono ma lo fanno con pieno merito.
È uno spettacolo vedere come questi ragazzi approcciano le partite contro le cosiddette ‘grandi’, compreso il Milan, che nonostante le difficoltà rimane una big del nostro calcio. E ormai sarebbe ora di considerare tale anche il BFC, senza più definire ‘imprese’ o ‘miracoli sportivi’ delle affermazioni nette e convincenti che da qualche tempo sono diventate una piacevolissima abitudine.
Il collettivo di Italiano si assume dei rischi, è vero, ma propone un bellissimo calcio ed è a tutti gli effetti una squadra di alto livello. I passi falsi contro le medio-piccole sono dovuti proprio a questo cambiamento di status, perché ora le compagini che occupano la parte destra della classifica affrontano il Bologna con molta più attenzione e rispetto, rendendogli difficile la manovra e puntando prevalentemente a non soccombere.
In tal senso la gara casalinga di domenica contro il Cagliari rappresenta un test importante. I felsinei sono consci delle difficoltà che incontrano quando le avversarie si chiudono nella loro metà campo, e dovranno trovare delle contromisure per non finire intrappolati: Ferguson e compagni non possono permettersi cali di ritmo e aggressività, devono affrontare ogni match col piglio sfoderato contro le big per completare un ulteriore fondamentale step di crescita.
Nessuno sa come si concluderà questa corsa che al momento ci vede al sesto posto, perché può bastare una leggera flessione o un episodio avverso per restare fuori dall’Europa. Indipendentemente da ciò, il BFC si è assestato fra le squadre che ogni anno possono porsi l’obiettivo concreto di centrare la qualificazione ad una coppa, perciò ribadisco che alcune parole andrebbero bandite dal nostro vocabolario: io per primo mi impegnerò a non parlare più di ‘impresa’ quando i rossoblù otterranno lo scalpo di una rivale quotata, perché non si tratterà di questo bensì di un successo ampiamente nelle corde.
Una consapevolezza del genere ha radici profonde, quelle piantate da chi tramite il proprio lavoro ha dato inizio a tale scalata ormai dieci anni fa. Da quando è arrivato Saputo, il Bologna ha sempre disposto in ogni campo di grandi professionisti, ciascuno dei quali ha contributo col suo mattoncino alla costruzione di quanto ammiriamo adesso. Dopo anni di assestamento, il club si è issato stabilmente nelle posizioni che merita per storia e tradizione, e d’ora in avanti i conti per l’Europa andranno sempre fatti anche coi rossoblù.
Pepè Anaclerio
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Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)