Certi verdetti non sono definitivi nemmeno a tre partite dalla fine del campionato, figuriamoci quando i turni disputati sono solamente tre e di fatto bisogna ancora disputare un’intera stagione. Ogni anno non mancano sorprese sia positive che negative, ma attenzione a bollare con troppo anticipo una squadra per rivelazione o delusione, perché vorrebbe dire che le meteore Frosinone, Benevento e Cagliari degli anni passati non hanno insegnato niente, o che le rimonte europee compiute solo pochi mesi fa da Roma e Lazio sono già state dimenticate.
A metà settembre non è possibile stabilire, come stanno già facendo tutti i media (gli stessi che l’anno scorso si sono resi conto solo ad aprile inoltrato che no, il Bologna non sarebbe crollato), che le novelle sorprese della Serie A saranno Torino, Parma e Udinese. Ed è un vero peccato che, al contrario, in una parte della nostra piazza alberghi un certo sconforto a causa dei 2 punti in 3 partite ottenuti dalla neo creatura di Italiano, specie a meno di una settimana dall’esordio in Champions League.
A ben pensarci, persino l’annata trionfale del BFC di Motta era iniziata in maniera un po’ zoppicante, coi felsinei che avevano perso col Milan, pareggiato con la Juventus e avuto la meglio sul Cagliari solo all’ultimo minuto e grazie ad un macroscopico errore del portiere avversario Radunovic. La stragrande maggioranza della tifoseria lo sa perfettamente, tant’è vero che per Bologna-Shakhtar Donetsk affollerà il Dall’Ara fino al tutto esaurito, segno che non sono bastati 180 minuti a scalfire entusiasmo e speranze.
A chi invece tende a guardare il bicchiere mezzo vuoto, magari concentrandosi sulle differenze di rosa rispetto all’anno scorso e sui giocatori che oggi non indossano più i nostri colori, potrebbe giovare pensare che chi è rimasto non ha nessuna intenzione di confinare la straordinaria impresa dell’anno scorso in una scatola con sopra scritto ‘miracolo sportivo’, da riporre nel sottotetto e da aprire fra qualche anno davanti ai nipotini: ragazzi come ad esempio Skorupski e Orsolini, ormai bolognesi acquisiti, in maglia rossoblù ne hanno vissute talmente tante che adesso, finalmente arrivati in alto, non hanno alcuna intenzione di scendere, si tratti delle posizioni più nobili della classifica o del prestigioso treno Champions.
È possibile che in primis i due veterani, alla stregua dei loro compagni di squadra, si aspettassero di cominciare la stagione 2024/25 con un altro passo, ma l’intero gruppo sa che siamo soltanto all’inizio di una lunga maratona, e che allo stesso punto dello scorso campionato nemmeno l’osservatore più ottimista avrebbe mai potuto scommettere sull’approdo del Bologna in Champions League. Eppure…
Fabio Cassanelli
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