Costruire una rosa composta in buona parte da giovani di qualità significa anche che ciascuno di loro dovrà sgomitare per guadagnarsi il posto, e che qualcuno potrebbe rischiare di non vedere altro che la panchina. Al Bologna questo non sta succedendo, un po’ a causa degli infortuni che soprattutto nella prima parte della stagione hanno reso il turnover una necessità e non un’opzione, ma anche grazie alle sapienti rotazioni di Sinisa Mihajlovic e alle buone risposte che i suoi ragazzi gli stanno assicurando.
Prendiamo in considerazione, ad esempio, Emanuel Vignato. Il classe 2000 è chiuso a sinistra da Sansone e Barrow (quando il gambiano, pure lui molto giovane, gioca esterno e non prima punta), in mezzo da Soriano e a destra da Orsolini e Skov Olsen. Il rischio che potesse non trovare quasi mai spazio era concreto, invece il talentino di Negrar è riuscito ad accumulare quasi 800 minuti, trovando anche un gol e un assist.
L’appena citato Skov Olsen, a sua volta, solo da poco ha cominciato ad insidiare con costanza e pericolosità la titolarità del 24enne Riccardo Orsolini, e adesso sta trovando fiducia e continuità di prestazione.
Dominguez, Schouten e Svanberg, che si contendono due sole maglie in mediana, ruotano con regolarità, e se è vero che le lunghe assenze di capitan Poli e Medel hanno certamente contribuito a dar loro più chance, è innegabile come i tre se le stiano meritando sul campo, anche al netto di qualche errore che fa inevitabilmente parte del percorso di crescita.
Nella prima parte dell’anno anche Aaron Hickey ha avuto le sue occasioni per mettersi in mostra, magari non si è destreggiato sempre alla perfezione ma non va dimenticato che si sta parlando di un classe 2002 all’esordio in uno dei migliori campionati d’Europa. Ultimo, ma né per importanza né per prospettive, è Federico Ravaglia, che Sinisa non ha avuto remore a far debuttare circa un girone fa contro la Roma, e che sabato sera dinnanzi all’Inter potrebbe disputare la sua seconda partita in Serie A. E Tomiyasu? Beh, Takehiro è già una colonna portante di questa squadra, e la padronanza con cui si muove sul rettangolo verde lo fa già sembrare un veterano.
L’unico ragazzo che proprio non ha potuto giocarsi le sue carte è stato Calabresi, che infatti durante la finestra invernale di mercato è passato in prestito al Cagliari con un irrisorio bottino di 22 minuti in campionato. Il pur valido Arturo è l’eccezione ad una regola che Mihajlovic ha sempre dimostrato di avere ben chiara in testa: l’unico modo per saggiare le doti di un calciatore è buttarlo nella mischia. Dunque nel Bologna gioca chi merita, a prescindere dall’età.
Fabio Cassanelli
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