Roberto Soriano, semplicemente il migliore
Era stato acquistato come mezzala d’emergenza, per resuscitare un centrocampo alla deriva, in una squadra che sotto la guida di Pippo Inzaghi giocava ancora con un 3-5-2 inoffensivo. A rileggere le previsioni d’allora, quello di Soriano era un acquisto «imprudente», «a scatola chiusa», «non adatto alle esigenze immediate del Bologna». Il buon Roberto, da quel gennaio 2019, si è invece trasformato in uno dei più influenti trequartisti del campionato e ha iniziato a segnare quasi come un goleador.
Quale sarà la sua prossima evoluzione non è dato sapere: la Nazionale gli è stata negata con beffa (convocato, relegato in tribuna e infine escluso dalla lista per gli Europei), ma intanto il presente lo consola incoronandolo come il miglior calciatore rossoblù della stagione 2020-2021: lo confermano sia le pagelle che il sondaggio di Zerocinquantuno, raro caso in cui il giudizio di critica e pubblico converge in un’unica direzione. I nove gol di quest’anno, senza tener conto degli altrettanti assist e della miriade di rigori e punizioni procurati, rappresentano già uno spartiacque nella sua carriera: mai in Serie A aveva segnato così tanto (ci riuscì solamente nella Liga col Villarreal). Ma si potrebbe anche dire in altri termini: mai, in anni recenti, un centrocampista offensivo del Bologna era stato così prolifico.
Pochissimi dubbi sul fatto che l’esplosione sia dipesa dal suo posizionamento tra le linee: come asse centrale di collegamento tra la mediana e l’attacco, Soriano è diventato l’uomo-ovunque dei felsinei. Ma la sua storia parte da lontano. Era il 2009, infatti, quando Beppe Marotta e Fabio Paratici portarono alla Sampdoria un ragazzone cresciuto in Germania da genitori originari dell’entroterra irpino, facendogli poi fare gavetta all’Empoli. Ad accorgersi di lui era stato pure Luca Gotti, l’ex vice di Roberto Donadoni al BFC, che da commissario tecnico dell’Under 17 azzurra era rimasto affascinato sia da Soriano che da Sansone, entrambi usciti dalla nidiata Bayern, due destini scritti dalla stessa mano. E infatti sono ancor oggi legatissimi: a Casteldebole, quando non sono in compagnia di altri giocatori, è facile sentirli parlare in tedesco. E noi ci adeguiamo: Herzlichen Glückwunsch Roberto!
Luca Baccolini
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