La costante successione di lezioni ed esami da affrontare non è la sola dinamica che chiunque di noi si porta dietro nella vita di tutti i giorni, anche se la scuola l’ha finita da un pezzo. Ci sono i favoritismi, le cotte, il rispetto di orari e consegne. E poi c’è lui, che quasi non si nota e non fa mai parlare di sé, ma a ben guardare è sempre tra i migliori della classe o tra i colleghi più produttivi. Gli si chiede la perfezione, ce la si aspetta, lui la garantisce senza soluzione di continuità e tante volte la sua fatica non gli vale nemmeno una pacca sulla spalla.
Chi scrive non si è mai particolarmente distinto per meriti scolastici, però s’era preso l’impegno di non mancare di sottolineare i bei voti presi dai suoi amici più bravi, perché non trovava giusto che le riconferme di chi abitua all’eccellenza venissero date per scontate. Beukema è questo: il compagno di classe diligente che macina 7 in pagella e non perde una lezione (più minuti di lui li hanno solo Skorupski, Ferguson e Zirkzee), ma per qualche ragione nella lista dei più bravi non viene citato quasi mai.
San Beukema, con la ‘n’ che non è un errore di battitura bensì una nomina acquisita per meriti sul campo, da un anno è severo protettore della porta rossoblù e guardiano a vista di ogni tipo di attaccante, da quello fisico a quello più tecnico. Non soltanto. La straordinaria prorompenza di Calafiori è sotto gli occhi di tutti, tifosi e addetti ai lavori, ma l’ex Basilea non è l’unico a ridisegnare i confini del difensore, rompendo le righe fino ad arrivare in mediana a sostenere il palleggio e talvolta cercando l’imbucata.
Sul bellissimo tracciante che lancia a rete Fabbian contro il Torino c’è la firma proprio di Beukema, e se l’olandese si mette nelle condizioni di trovare quel passaggio è perché ha recepito e mandato a memoria le lezioni di calcio di uno dei professori più desiderati d’Europa. Thiago Motta propone infatti un calcio modernissimo e coraggioso, codificato ma mai ingessato, e Beukema lo interpreta come un veterano dall’esperienza internazionale, non come un ragazzo alla sua prima avventura in un campionato prestigioso.
Un suo brutto errore di lettura era costato il vantaggio del Cagliari nella sfida casalinga che poi il Bologna ha avuto la forza di ribaltare: terza giornata di campionato. Da allora due gol, l’invenzione sopracitata per aprire i giochi coi granata, la splendida imbucata per Freuler a generare l’azione dell’1-0 di Moro contro la Roma e una sequenza ininterrotta di prestazioni di altissimo livello.
Le aspettative che si portava addosso al suo arrivo erano date, come spesso capita, dal valore del suo cartellino. Aspettative e, diciamolo, timori. Oggi non ci sono più dubbi sul fatto che Sam valga ben più dei 10 milioni messi sul piatto dalla coppia Sartori-Di Vaio, che nella splendida classe di Thiago sono stati bravissimi a far arrivare un alunno tanto allegro e vivace fuori dal campo quanto serio e responsabile sul rettangolo verde. Sam sorride di continuo, squadra e classifica sorridono con lui e i tifosi gongolano: con un difensore così, l’Europa è un po’ più vicina.
Fabio Cassanelli
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