Sconfitta del tutto immeritata, il Bologna c’è. Ma a La Spezia serve un segnale forte
Un colpo basso e inaspettato, quello che il Venezia ha sferrato ai rossoblù di Sinisa Mihajlovic. All’indomani di due vittorie di fila che avevano riacceso un entusiasmo sopito da tempo, lo stop patito contro i lagunari fa male. Fa male perché il Bologna ha dominato in lungo e in largo (66% di possesso palla contro 34, 22 tiri a 8, 17 angoli a 0, Skorupski mai impegnato se non nel recupero), e fa male perché tre punti ci avrebbero regalato un quinto posto in coabitazione con Fiorentina, Juventus e Lazio (momentaneo, sì, ma si vive anche di sussulti). Bologna che non ha creato molto in fase offensiva, è vero, ma che per 95 minuti ha tenuto in mano il pallino del gioco contro il nulla degli avversari, capaci con un unico guizzo di Okereke di sbancare il Dall’Ara del tutto immeritatamente. E pensare che tra le due squadre, da questa sera, ci sono solo tre misere lunghezze di differenza. Vallo a spiegare…
Ma tant’è, questo è il calcio e piangersi addosso non serve proprio a nulla, adesso è il momento di non abbattersi e dimostrare il giusto carattere. La trasferta di domenica prossima a La Spezia, in tal senso, capita a puntino: bisogna vincere e basta, perché per cullare seppur piccole ambizioni ogni partita ha un significato e serve continuità. Il tanto chiacchierato salto di qualità era stato compiuto con la conferma a Marassi dopo aver battuto in casa il Cagliari, oggi pomeriggio solo una concomitanza di episodi negativi ha fatto sì che tutto andasse storto. La netta sensazione è che, rigiocandola altre dieci volte, la gara si sarebbe conclusa sempre allo stesso modo. Dopo 13 giornate di campionato, 18 punti rappresentano un buon bottino, ma guai ad accontentarsi o peggio a deprimersi se non si vuole trascorrere un’altra stagione nell’anonimato.
Mario Sacchi
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