Il primo mese della Serie A 2022-2023 è andato in archivio: un torneo certamente particolare ed atipico che, alla luce della lunga sosta di 52 giorni tra novembre e gennaio resasi necessaria per consentire lo svolgimento dei mondiali in Qatar, è partito a cavallo di Ferragosto col calciomercato estivo ancora in corso.
La squadra più sorprendente di questo primo scorcio di stagione è certamente l’Atalanta: la società orobica ha mantenuto la guida tecnica di Gian Piero Gasperini e la propria ossatura, inserendo il talento e la gioventù dei vari Ederson, Hojlund, Lookman e Soppy, candidandosi prepotentemente a lottare per l’accesso alla prossima Champions League dopo una stagione fuori dalle coppe europee, magari sfruttando il singolo impegno settimanale.
Buon inizio anche per Napoli e Milan: il club partenopeo, profondamente rinnovato dopo gli addii di Fabian Ruiz, Insigne, Koulibaly, Mertens e Ospina, ha risposto con gli innesti ‒ tra gli altri ‒ dei vari Kvaratskhelia, Raspadori e Kim, garantendo a Luciano Spalletti una rosa più lunga di quella della scorsa stagione per poter competere al meglio sul doppio fronte Serie A-Champions League (e il recente 4-1 al Liverpool sembra dimostrarlo). Uno scudetto che proveranno certamente a difendere Stefano Pioli e i rossoneri, la cui parola d’ordine al contrario è continuità: persi a parametro zero Kessie e Romagnoli, il Diavolo ha risposto col doppio innesto belga De Ketelaere-Origi per aggiungere qualità e fisicità alla trequarti e al reparto offensivo. Anche nel caso del Milan, in ambito internazionale, l’aspirazione è raggiungere gli ottavi di Champions che mancano oramai dal lontano 2014, e il girone (a differenza di quello dello scorso anno) sembra alla portata.
Qualche difficoltà iniziale in più per Inter e Juventus. Sorprendono in particolare quelle dei meneghini, certamente orfani di Perisic ma rinforzati dagli innesti dei vari Acerbi, Mkhitaryan e Onana e soprattutto dal ritorno in Italia di Lukaku dopo l’infelice parentesi al Chelsea: per Simone Inzaghi, reduce da una prima annata nerazzurra comunque caratterizzata dai successi in Coppa Italia e Supercoppa Italiana, l’obiettivo non può che essere quello del tricolore. La Vecchia Signora, orfana di trofei per la prima volta dopo nove anni di successi ininterrotti, ha invece salutato De Ligt puntando sull’ex granata Bremer come sostituto e si è ulteriormente rinforzata aggiungendo l’esperienza di Pogba, Di Maria, Milik, Paredes e Kostic, un chiaro segnale di come il diktat sia tornare a vincere fin da subito: l’impressione, però, è che i destini stagionali della formazione di Massimiliano Allegri siano legati alle condizioni fisiche del centrocampista ex Manchester United e dell’esterno ex PSG. Girone di Champions League tutto sommato alla portata per i bianconeri, mentre i nerazzurri dovranno battagliare con le corazzate Bayern Monaco e Barcellona.
Tutte da scoprire le due squadre della Capitale: la Roma detentrice della Conference League si è rinforzata tramite diversi innesti a costo zero, almeno dal lato dei cartellini, inserendo Belotti, Matic, Wijnaldum (subito out per infortunio) e Dybala, dovendo far fronte ai soli addii di Veretout e Mkhitaryan. Una ‘vecchia volpe’ come José Mourinho desidera tornare in Champions e lo potrà fare cercando di sollevare l’Europa League e contemporaneamente dando l’assalto ai primi quattro posti in Serie A. Un mercato movimentato anche per la Lazio di Maurizio Sarri tra entrate ed uscite, certamente utili a consegnare al tecnico toscano un’ossatura più adeguata: dentro dunque i vari Casale, Romagnoli, Vecino, Provedel, Marcos Antonio e Maximiano salutando Luiz Felipe, Reina, Strakosha e Lucas Leiva: l’obiettivo dei biancocelesti è quello di confermare per l’ennesima stagione un pass europeo.
Inizio di campionato con qualche inciampo di troppo per la Fiorentina di Vincenzo Italiano, a cui va dato il merito di aver raggiunto i gironi di Conference League superando il Twente: persi Torreira, Odriozola e Dragowski, i gigliati hanno inserito nel proprio organico Barak, Mandragora, Dodô, Gollini e soprattutto Jovic, centravanti serbo proveniente dal Real Madrid e alla ricerca del rilancio dopo due annate complicate. Riuscirà la Viola a conciliare il doppio impegno coi risultati?
Nella teorica ‘terra di mezzo’, da segnalare gli ottimi avvii targati Udinese e Torino: i friulani del nuovo tecnico Andrea Sottil hanno sinora messo in mostra un calcio propositivo e verticale, forse più piacevole da vedere per lo spettatore neutrale; la compagine granata di Ivan Juric, nonostante una rosa stravolta dal mercato, è ripartita dalla solita filosofia fatta di aggressività, coraggio e battaglie in giro per il rettangolo verde, e vorrà senza dubbio confermare i progressi messi in mostra nell’ultima stagione.
Deve ancora ingranare il Sassuolo di Alessio Dionisi, privato in estate dei gioielli Raspadori e Scamacca: non inganni l’inizio in sordina, perché alla lunga i neroverdi hanno sempre dimostrato di saper divertire grazie ad un calcio pimpante e utile a valorizzare i tanti giovani di talento presenti in squadra. Il Bologna, invece, spera di agganciare presto il treno di centro-classifica: dopo cinque giornate, però, si è reso necessario un avvicendamento in panchina, con Sinisa Mihajlovic salutato in luogo di Thiago Motta. Del resto, quando la cifra tecnica espressa è modesta e inferiore al valore dell’organico, il cambio in panchina è la naturale conseguenza: al tecnico italo-brasiliano il compito di far svoltare la stagione rossoblù.
La Sampdoria di Marco Giampaolo cercherà la salvezza in campo e fuori, alla ricerca di un compratore che dia solidità a medio-lungo termine, mentre l’Hellas Verona di Gabriele Cioffi, rivoluzionato dalla sessione estiva di trattative, punta a stupire ancora una volta facendo leva sulla forza e sui valori dell’allenatore di turno. La Salernitana di Nicola, dopo l’esaltante salvezza al cardiopalma, proverà a raggiungere l’agognato traguardo con meno sofferenze possibili; stesso obiettivo per Empoli e Spezia guidate dai nuovi mister Paolo Zanetti e Luca Gotti, che tuttavia palesano importanti carenze strutturali.
Infine, il capitolo neopromosse. Come prevedibile, il Monza dell’inossidabile accoppiata Berlusconi-Galliani ha operato tanto in entrata ma si ritrova ancora nei bassifondi, visto che il massimo campionato non è propriamente facile da impattare per una debuttante assoluta: il credito di Giovanni Stroppa deriva dalla promozione, ma non sarà infinito. Il Lecce di Marco Baroni e la Cremonese di Massimiliano Alvini hanno al contrario operato senza tante risorse a disposizione ma con idee ed intelligenza: il traguardo salvezza resta difficile, ma la nostra Serie A negli ultimi anni ha dimostrato di saper premiare chi prova a lavorare con lungimiranza, senza fare il passo più lungo della gamba.
Riccardo Rimondi
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