Sotto le Due Torri è stata una settimana tosta e particolare, quella appena terminata, tra polemiche, scetticismo e speranze. L’Italia intera aveva puntato gli occhi sul Bologna e Bologna, società e tifoserie brutte e cattive capaci di allontanare e maltrattare il povero Mihajlovic, senza sapere niente di quanto un’intera piazza ha vissuto negli ultimi tre tribolatissimi anni. È bizzarro che le gesta dei rossoblù non siano mai sotto la luce dei riflettori se si tratta di calcio giocato, mentre venga tutto grottescamente travisato e subito posto sotto la lente d’ingrandimento quando c’è da sfogare la propria frustrazione. Neanche un coro oggi per Sinisa dalla Curva Andrea Costa, nemmeno uno striscioncino, cosa che invece si è guadagnato un suo amico giornalista…
Nulla si risolve con un colpo di spugna, ma la vittoria contro la Fiorentina (che in casa mancava dal 2013) permetterà a Thiago Motta di lavorare su una squadra certamente rasserenata, comunque reduce da tre risultati utili consecutivi e vicina al decimo posto in classifica. Il buon Luca Vigiani ci ha visto giusto, facendo le cose semplici: Barrow e Soriano nella posizione a loro più congeniale, fiducia ad Aebischer in mediana con Schouten e un convincente Posch lanciato in difesa fin dal primo minuto. Se invece non vogliamo vederla sotto l’aspetto tecnico-tattico, possiamo prenderne in considerazione un altro: oggi i giocatori hanno dato l’impressione di essere mentalmente più liberi e leggeri.
Adesso sarebbe ingeneroso riversare tutte le colpe su Mihajlovic, ad ogni modo bisogna guardare avanti e il futuro immediato offre una ghiottissima occasione sabato prossimo contro l’Empoli, sempre al Dall’Ara: vincere ancora porterebbe ulteriore fieno in cascina e allo stesso tempo permetterebbe di dimenticare questo inizio di stagione fino a ieri pieno di difficoltà. Per assestarsi e proporre un calcio migliore servirà un po’ di tempo, non c’è dubbio, ma mi piace sottolinearlo ancora: la squadra c’è, eccome.
Mario Sacchi
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