A qualsiasi allenatore si sia seduto sulla panchina del Bologna dopo Stefano Pioli sono state associate le locuzioni ‘salto di qualità’, ‘lotta per avvicinarsi all’Europa’ e, spesso come una sorta di contentino quando i primi due obiettivi venivano mancati, ‘record dei 51 punti da superare’. Oggi è il turno di Thiago Motta, che al momento guida una squadra da 37 punti in 27 giornate e sembra il candidato più autorevole per riuscire finalmente nell’impresa di superare lo score del 2012: persino i primi due BFC targati Sinisa Mihajlovic, quello spettacolare della miracolosa salvezza con annesso decimo posto e quello pur valido che dovette passare attraverso la malattia del mister prima e la pausa generale per il COVID poi, non ci riuscirono (44 e 47 punti).
Nella stagione 2011/12 i rossoblù di Pioli alla 27^ giornata avevano 35 punti, 2 in meno rispetto a quelli messi in cassaforte fin qui dai ragazzi di Motta. All’epoca il Bologna ottenne 16 punti nelle ultime 11 partite, grazie a 4 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, un ruolino di marcia che il BFC odierno per qualità di gioco e condizione psicofisica sembra perfettamente in grado di mantenere, se non addirittura migliorare. Da quando lavora a Casteldebole, infatti, Motta ha mantenuto una media di 1,47 punti a gara, che se venisse confermata sino al termine del campionato porterebbe i felsinei a chiudere con 53 punti e a stabilire dunque un nuovo primato.
Andando oltre la questione numerica, che può appassionare o meno, è interessante riscontrare che mai come adesso l’eventuale raggiungimento della famosa ‘quota 51’ non rappresenta l’ultima consolazione per i tifosi dopo un’annata tutto sommato deludente. Stavolta il salto di qualità dal punto di vista della mentalità e del calcio espresso è realmente avvenuto e, nonostante i recenti match contro Torino, Lazio e Salernitana abbiano leggermente peggiorato la classifica, il Bologna è ancora oggi nella colonna di sinistra, incollato a squadre che fin da inizio stagione avevano l’Europa come obiettivo dichiarato. In vista del prossimo futuro, è soprattutto questo che conta.
Fabio Cassanelli
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