Tempo al tempo
Nemmeno il tempo di appoggiare il culo in panchina… anzi, nemmeno il tempo di firmare il contratto che lo legherà al Bologna per i prossimi due anni che Thiago Motta è già stato bocciato da una parte della tifoseria, probabilmente la stessa che «con Mihajlovic si va in B». Che questa città abbia alcune stranezze miste a tristezze è un fatto evidente e anche comprensibile sotto alcuni punti di vista, perché gli ultimi trent’anni sono stati spesso complicati, fatta eccezione per la lunga parentesi targata Gazzoni. Resta però una brutta abitudine quella di etichettare un giocatore o in questo caso un allenatore ancor prima di averlo visto all’opera.
Motta, reduce da un autentico miracolo compiuto salvando lo Spezia col mercato bloccato dalla FIFA, rappresenta certamente una scelta coraggiosa da parte del club felsineo, ma da qualche parte bisognava pur ricominciare. Così come fu ad esempio per Roberto De Zerbi, oggetto del desiderio dei più ma che ad inizio carriera venne dapprima esonerato dal Palermo e retrocesse poi alla guida del Benevento, nonostante l’ottimo calcio proposto. L’italo-brasiliano, peraltro, arriva sotto le Due Torri con la benedizione non di un uomo qualunque, ma di quel Giovanni Sartori che tutto il calcio italiano invidia ai rossoblù: un biglietto da visita non da poco.
Quello che sarà lo potremo scoprire solo col tempo, esporsi adesso in positivo o in negativo sulle qualità o presunte tali di Motta è avventato. È in arrivo una ventata di freschezza, con stimoli nuovi e presumibilmente meno musi lunghi sul campo di Casteldebole. La regola rimane la stessa: la squadra c’è, come dicevamo per Mihajlovic, starà al nuovo tecnico metterla nelle condizioni di rendere al meglio.
Mario Sacchi
© Riproduzione Riservata
Foto: Getty Images (via OneFootball)