Thiago, ambizione e trasparenza. Ma certe frasi sono armi a doppio taglio
Thiago tutto d’un fiato. Non le ha mandate a dire in quel di Utrecht l’allenatore del Bologna, chiedendo a gran voce rinforzi e in fretta, visto che mancano meno di dieci giorni all’inizio ufficiale della stagione 2023-2024. Intendiamoci, chi vi scrive è prima di tutto un tifoso e come tale ogni weekend soffre o gioisce, quindi per la sua squadra del cuore vorrebbe il meglio in un battito di ciglia, ma non decido io.
Le dichiarazioni rilasciate da Motta sono parse sincere e sentite, volte anche a non vendere fumo ai tifosi circa la competitività odierna della rosa, ma un po’ troppo severe ad inizio agosto con ancora un mese di mercato davanti (mercato nel quale, a proposito di investimenti, Saputo ha già appoggiato una ventina di milioni tra riscatti e volti nuovi. E non è che altrove si facciano faville). Il sentore è quello di un tecnico schietto e ambizioso ma che ancora, sul piano della comunicazione, deve migliorare e non poco. Perché va bene la trasparenza, ma a volte sarebbe meglio contare fino a dieci prima di aprire bocca.
‘Scaricare’ Barrow, intanto, è stato un errore. È vero che Musa si è perso strada facendo, ma non è scontato che per lui si troverà un’altra sistemazione, men che meno parlandone così. Di Dominguez e Orsolini abbiamo già parlato fin troppo: di fronte ai mancati rinnovi di contratto, lo scenario si è assai complicato. Per l’attaccante, infortunato (pure qui sarebbe forse servito maggior tatto da parte del mister), ancora di più. Giusto cedere alle richieste dei due giocatori? Questione di carriera o di soldi? Per come la vedo io, non alzare l’offerta da 1,6 milioni d’ingaggio è un atto di forza da parte della società, come lo è assumersi il rischio di perderli a zero nel 2024. Per adesso, comunque, interessamenti concreti pochi e offerte ufficiali ancora meno. Infine, Arnautovic e Zirkzee. Possono coesistere? A detta di Thiago no, almeno non ora. Chissà come sarà felice Joshua, che non perde occasione per reclamare più spazio. Mettiamoci dentro anche Van Hooijdonk e Vignato: giusto non prendere in giro nessuno (come fu a suo tempo con Sansone, poi bravissimo a far ricredere il mister), ma di sicuro gli emarginati non attraggono compratori.
Tutto questo per ricordare idealmente a Motta che non sempre il calciomercato, men che meno al giorno d’oggi, può portare ciò che si chiede e in tempi rapidi, ci sono situazioni e modus operandi diversi: l’ex d.s. Riccardo Bigon era solito consegnare un organico quasi al completo fin dal primo giorno di ritiro, Giovanni Sartori non si accontenta, non scende a compromessi, detta le condizioni e attende con pazienza gli incastri giusti. E stando a quanto ci risulta, la prossima settimana dovrebbe essere quella buona affinché il mosaico rossoblù si arricchisca di qualche nuova tessera.
Ho poi una mia idea: in futuro questa proprietà sarà ricordata soprattutto per aver acquisito e rimodernato il centro tecnico di Casteldebole e regalato alla piazza un Dall’Ara all’avanguardia, oltre ad un secondo impianto. Ciò non significa che risultati migliori non arriveranno, forse però non saranno ancora in linea con le aspettative e i sogni iniziali della tifoseria felsinea. Magari ci si avvicinerà ulteriormente all’Europa, magari ci si farà una capatina, ma personalmente trovo tutto il discorso legato allo stadio più importante, fondamentale. E da lì in avanti si vedrà. Poi come dicevo in apertura sono in primis un tifoso, e come tale mi piacerebbe avere sia la botte piena che la moglie ubriaca.
Mario Sacchi
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Foto: Getty Images (via OneFootball)