Un gol alla Baggio. Anzi, alla Ronaldo. Quello di Zirkzee è un gesto tecnico da futuro grande campione
Ci sono gol e gol. Quello di Zirkzee all’Inter segna un prima e un dopo nella valutazione di un giocatore sul quale forse nemmeno i dirigenti del Bologna avevano riposto così tante speranze. La facilità con cui Joshua gestisce il pallone mentre è guardato a vista da tre difensori, disorientandoli tutti insieme, e poi in un secondo momento con un semplice cambio di ritmo, è qualcosa che non si vedeva dai tempi di Maradona, Baggio e Ronaldo (Luis Nazario, l’unico titolato a essere chiamato così). È l’indizio di una mente calcistica superiore, prima ancora che di un – potenzialmente – grande goleador.
Quanto può arrivare a costare un attaccante che è capace di costruirsi da solo (certo con l’aiuto di un eccellente lancio di Ferguson) reti di tale fattura? Cinquanta, 60 milioni? O i 70 accostati da Walter Sabatini a Riccardo Orsolini? Difficile dirlo oggi, ma quello a cui abbiamo assistito domenica a San Siro è sicuramente il primo passo nella direzione di queste grandezze, mai raggiunte fin qui da un calciatore rossoblù in uscita.
E pensare che quando il Bologna si assicurò il ragazzo olandese cresciuto nel Bayern Monaco (pagandolo relativamente poco nonostante l’etichetta del venditore: meno di 9 milioni), nessuno immaginava che il nuovo acquisto avrebbe potuto scalzare il primato di Arnautovic. Si è ragionato addirittura di un prestito o di una cessione, in attesa di vederlo crescere ancora, solito scenario del ‘vecchio’ che ostruisce la strada al giovane. Poi per fortuna il club ha avuto la doppia lungimiranza di cedere Marko (logorato, come s’è visto pure in seguito, dagli infortuni) e di non lasciarsi prendere dalla tentazione di trovarne subito il sostituto, privilegiando la valorizzazione di Zirkzee, a conferma del fatto che non basta condurre un buon mercato se poi non si creano le condizioni per farlo fruttare.
Luca Baccolini
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Foto: Getty Images (via OneFootball)