Un incarico non semplice accettato con coraggio: Italiano merita solo rispetto e fiducia

Un incarico non semplice accettato con coraggio: Italiano merita solo rispetto e fiducia

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Agosto offre tre partite nel pieno del calciomercato per aggiustare le cose. Altrimenti i campionati inizierebbero direttamente a settembre. Al Bologna i primi due rodaggi sono serviti per capire che la coperta è ancora un po’ cortina: poco incisivo l’attacco, vulnerabile la difesa. C’è tempo per rimediare, a patto di non lasciarsi trascinare dall’inerzia del pessimismo, parente stretta – all’opposto – del fideismo sartoriano. Anche lo scorso anno Motta partì con un punto in due gare, vinse la terza per il rotto della cuffia (contro il Cagliari, gol di Fabbian al 90′), e inanellò tre sconsolanti zero a zero consecutivi. Poi accadde quello che sappiamo.
Italiano non è Motta, e per fortuna. Ha una sua idea di gioco fondamentalmente diversa (pressing alto e feroce, meno palloni manovrati in orizzontale, più cross dalle fasce ecc.) ma ha anche qualche interprete top in meno, a partire da quel Calafiori che garantiva miracolosamente difesa alta e difesa protetta, come se fosse uno, doppio o trino. Italiano però è anche l’allenatore su cui si costruirà il Bologna del futuro: il passo falso di Napoli potrebbe non essere l’ultimo, a breve termine, ma non per questo bisognerà allestire processi sommari.
Già il solo fatto di aver accettato l’incarico in una squadra che verosimilmente potrà fare solo peggio dell’anno scorso, a meno di non voler credere che si possa competere per i primi quattro posti, gli rende onore. A lui però tocca il compito di ‘far assomigliare’ Erlic (in attesa del nuovo centrale) a Calafiori e Castro/Dallinga a Zirkzee. Una quadratura del cerchio non facile, se si considerano pure gli infortuni (che ad esempio l’hanno privato di Cambiaghi, l’erede di Saelemaekers). Il fatto è che la Champions, benché ancora da giocare, è già passata. O quantomeno bisognerebbe entrare nella prospettiva di dimenticare la sbronza europea, che ci ha fatto alterare la percezione di noi stessi e dell’orizzonte che ci attende.

Luca Baccolini

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Foto: Getty Images (via OneFootball)