Prima che qualcuno veda solo dei piagnistei, metto le mani avanti. Il Bologna non è ancora una squadra in grado di compiere quel salto di qualità necessario a valicare il decimo posto della passata stagione. Non si può certo dire che ai felsinei manchino il gioco e lo spirito battagliero, solo a Udine è stata sbagliata la partita, e all’appello mancano almeno 4-5 punti meritatissimi. Sono però troppe le reti subite, ben 17 (alcune molto pesanti nei finali di gara, vere e proprie coltellate), e tante cominciano ad essere le sconfitte, 5 in 11 incontri. I rossoblù non sembrano poter avere problemi di bassa classifica o lotta salvezza, che dir si voglia, ma prendendo spunto dal carattere del suo allenatore sarebbe delittuoso accontentarsi di vivacchiare. E a proposito di allenatore, inutile girarci attorno, il gruppo paga anche la delicata situazione di Sinisa Mihajlovic, uomo e tecnico di cui è difficilissimo fare a meno, sia la domenica che in settimana.
Ma veniamo al ‘piagnisteo’: il VAR non serve a nulla. Ridicolo, per usare le parole di Walter Sabatini, il rigore concesso ieri ai nerazzurri. Il tocco di Orsolini, ormai privo di forze dopo l’ennesimo match a tutta fascia, se c’è è minimo, ma Lautaro Martinez si lascia cadere come fosse stato folgorato. E ormai si sa, non chiamatela dietrologia, il fischietto di turno è sempre affascinato dal club titolato e dal potere che esso emana: nel dubbio è penalty. Non è chiaro se poco prima Politano avesse commesso fallo su Palacio fuori (più probabile) o dentro l’area, ma pur sempre fallo era e come tale andava sanzionato. Datemi almeno la punizione, poi vediamo cosa succede… Per non parlare di quello che sta accadendo in casa Juventus, con De Ligt a cui da varie settimane viene consentito serenamente di giocare a pallavolo.
Insomma, tra una dormita difensiva, un errore sottoporta, una serie di ‘errori’ arbitrali e la mancanza di un bomber (forse è il caso di dare maggiore fiducia a Santander, per caratteristiche e impegno il ragazzo la merita), adesso i rossoblù sono tredicesimi in graduatoria. La strada è però ancora lunga, lunghissima, c’è tempo e modo per risalire. A cominciare da Reggio contro il Sassuolo, match alla portata dei felsinei che dovranno obbligatoriamente battere cassa con tre puntoni (da qualche parte andranno pur recuperati i passi falsi). Il gioco e gli attributi, alla fine, pagano sempre.
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Foto: Damiano Fiorentini