22/06/2025
Fabio Cassanelli
OneFootball, Calciomercato, Palla al centro

Vendere il meno possibile e senza sconti: l’unità del gruppo è la forza di questo Bologna e va preservata ad ogni costo

Tempo di Lettura: 2 minuti

Tutta la squadra che salta e balla alla fine del tunnel, un attimo prima di entrare in campo per il riscaldamento, con capitan De Silvestri a scandire il ritmo. La gag ormai storica di Beukema ed Aebischer davanti alla telecamera di Bfc Tv, dopo ogni vittoria, più gli interpreti estemporanei che di tanto in tanto si aggiungono a loro. Le feste sotto la Curva Andrea Costa guidate dal capopopolo Riccardo Orsolini. E poi Ndoye, Ferguson e ancora Beukema attualmente in vacanza insieme a Ibiza, raggiunti anche dall’ultimo arrivato Calabria.

Queste e molte altre istantanee raccontano alla perfezione l’unità, l’amicizia e la spensieratezza riscontrabili all’interno del Bologna, un ambiente che ha saputo costruire i suoi recenti successi anche e soprattutto sulla componente umana. Un gruppo totalmente privo di primedonne o anche solo di un calciatore che si sia preso la vetrina anteponendosi agli altri, unito ad un allenatore tanto frizzante quanto umile, sono andati a costituire un nucleo che oggi fa piangere il cuore pensare di veder incrinato dal mercato.

Non siamo così ingenui da sostenere che l’intera rosa andrebbe mantenuta intonsa in nome dell’amicizia: il calcio moderno, purtroppo, è prima di tutto un business che va molto al di là di una semplificazione del genere, e noi tutti lo sappiamo bene. Ci venga concesso, però, di sostenere che mai come quest’anno il sacrificio da compiere sul mercato sarebbe duplice, tecnico e umano. E che se qualcuno dei ragazzi che sono stati capaci di riportare la Coppa Italia sotto le Due Torri dopo 51 anni dovrà partire, sarà sacrosanto non scontare nemmeno un centesimo del suo cartellino alla futura acquirente.

Dovrebbero essere gli stessi giocatori, inoltre, a tenere bene a mente il destino sportivo e non solo di quanti li hanno preceduti e hanno preferito lasciarsi alle spalle il BFC per approdare altrove, spinti dall’ambizione o attratti da un ingaggio più elevato. Le scelte di vita non di discutono, ci mancherebbe, ma è indubbio che da diversi anni chi lascia il capoluogo emiliano non riesce poi ad inserirsi e ad affernarsi come vorrebbe nella nuova realtà. E non è raro che la cara ‘vecchia’ Bologna finisca per essere rimpianta, sia come squadra che come piazza.

Fabio Cassanelli

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Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images (via OneFootball)

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