Anch’io temo che mediamente non ne usciremo migliori. Un eccezione però c’è. E molto significativa. Affinché tutto quello che di brutto abbiamo vissuto in questi due mesi e mezzo serva a qualcosa, l’iniziativa Bfc Academy Webinar (io le avrei chiamate ‘interviste a distanza’, ma ormai comandano gli anglicismi) è stata una stella nel buio. Di cui vanno ringraziati l’area comunicazione del Bologna e il responsabile del settore giovanile Daniele Corazza, uno che ci ha riportato il Viareggio e che bisogna tenersi stretto.
Vedere un centinaio di ‘cinni’ e ‘cinne’, ragazzotti e vecchi volponi (le incursioni ‘a cazzo’ di Sabatini in stile Blob sono degne dell’arte surrealista) parlare con l’allenatore della Nazionale, il presidente del club e quello del CONI, e infine con il mitico Sinisa, fa bene al cuore (recuperatele, se ve le siete perse) e farà benissimo a loro. Certo, le domande non saranno state ‘ficcanti’ (altra parola tanto in voga quanto odiosa) come quelle di qualche collega trombone che vuole solo mettersi in mostra, ma le risposte e soprattutto gli effetti sull’autostima dell’intero settore giovanile felsineo sono impagabili.
Ascoltare i racconti di Mihajlovic sulla Stella Rossa, percepire l’amore di Joey Saputo per la nostra città, godersi i ricordi da «cinno degli Allievi» di Roberto Mancini e le solite sparate romane di Giovanni Malagò e Carlo Verdone (di nonno rossoblù), ricevere i consigli di tanti campioni dello sport come Matteo Berrettini e Raffaella Masciardi e quelli dell’arbitro bolognese ‒ ma poco amico ‒ Nicola Rizzoli, sono tutte cose che resteranno indelebili nella mente dei ragazzi e delle ragazze.
Sentirsi dire da Sinisa: «Devi essere umile ma dentro di te credere sempre di essere il migliore» è il viatico perfetto per una carriera in cui ottenere il massimo. Abbiamo ritrovato un mister carichissimo e allo stesso tempo saggio. Le ramanzine ai ragazzi («Andate bene a scuola? Dovete andare bene e ascoltare i genitori, anche se come facevo io pensate che non capiscano niente»), alternate a qualche sforzo per parlare bene del calcio femminile e alle battute sul padel e sui «bambini capelloni chiamati apposta per farmi invidia», ci restituiscono un grande allenatore e una grande persona. Rafforzata dalla malattia e dalla pandemia. Un buon viatico per la ripresa del campionato. E della vita sua e nostra.
Massimo Franchi
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Foto: Damiano Fiorentini