La sentenza contro la Juventus della Corte Federale della FIGC è la prima scossa di un terremoto che cambierà (si spera per sempre e in meglio) il calcio italiano. È parere comune a tutti i commentatori che i 15 punti tolti ai bianconeri per le «plusvalenze artificiali» (termine usato nei documenti della stessa società) rendono questo campionato indubbiamente falsato. Falsato come pare lo siano stati i bilanci della Juventus e di molti club di Serie A: Atalanta, Empoli, Sampdoria, Sassuolo e Udinese sono già sotto inchiesta, Roma per lo scambio Spinazzola-Luca Pellegrini e Milan per quello Bonucci-Caldara lo saranno prestissimo.
Tutte queste società hanno accettato consapevolmente di entrare nel sistema ‘plusvalenze artificiali’, che possiamo spiegare in tal modo: io e te ci scambiamo uno stuzzicadenti ma per aumentare i ricavi a bilancio diciamo che quello stuzzicadenti vale 10 milioni invece che 5 centesimi. Così, solo per quell’anno, i nostri bilanci sono gonfiati di 10 milioni e possiamo migliorarli così da dirci bravi e farci belli coi nostri tifosi, imbrogliandoli sul fatto che potremo comprare tanti giocatori forti.
La giustizia sportiva è sommaria per definizione. Avendo seguito tutta la vicenda Calciopoli per l’Unità posso testimoniare in prima persona come le indagini, i dibattimenti e le sentenze siano in gran parte arbitrarie (non è un caso che l’aggettivo abbia anche questo significato…): in quel caso un solo procuratore (Palazzi) ha dovuto indagare in pochissimo tempo su quasi tutti i maggiori club (ricordo bene gli interrogatori di Lotito, Galliani & Co., che sfottevano i giudici Ruperto e Sandulli) e in ogni grado di giudizio le pene sono state ridotte: inizialmente la Juventus doveva andare in Serie C, alla fine della Camera di Conciliazione del CONI se l’è cavata con soli 9 punti di penalizzazione in Serie B. Il sistema ora è cambiato ma lo spettro di una cancellazione da parte del TAS di Losanna, sempre molto accondiscendente coi potenti, è reale.
Da tifosi del Bologna dobbiamo essere orgogliosi che la nostra società non sia coinvolta. Il fatto che potremmo trarne vantaggio nella classifica finale di questo e forse del prossimo campionato è secondario. È molto più importante sapere che il BFC è una società sana e che rispetta le leggi e le norme: ricordiamocelo quando diamo del ‘plumone’ al presidente Joey Saputo perché non spende quanto spendono altri che poi magari truccano i bilanci.
Nella puntata di Report del 16 gennaio il Bologna viene citato quando si parla della «cena segreta» organizzata da Andrea Agnelli il 23 settembre 2021. Fra i commensali, insieme a Gabriele Gravina (presidente Federcalcio), Paolo Dal Pino (ex presidente Lega Serie A), Paolo Scaroni (presidente Milan), Luca Percassi (a.d. Atalanta), Enrico Preziosi (ex presidente Genoa) e Stefano Campoccia (vicepresidente Udinese), c’era anche il nostro a.d. Claudio Fenucci. Una cena che serviva ad appoggiare l’ingresso dei fondi in Lega tramite la media company: un modo intelligente per avere nuovi ricavi (come successo in Spagna) e ridividerli in maniera più equa. Una riforma che avrebbe dato al calcio italiano la possibilità di salvarsi finanziariamente (primo pensiero di Agnelli) e ridurre il peso delle grandi squadre (ragion per cui al tavolo c’era giustamente anche il BFC, che ha sempre chiesto questo).
Come spiega a Report il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis in modo colorito («ho usato Agnelli per andare in culo ai fondi»), a bloccare la riforma fu la retromarcia proprio di Agnelli: i fondi sarebbero stati contrari all’idea della Super Lega poi partorita (e per fortuna subito abortita sotto il peso della protesta dei tifosi) e il numero uno della Juventus decise di appoggiare Claudio Lotito e chi non voleva cambiare niente in Italia. Il risultato è questo: Agnelli è diventato lo zimbello d’Europa e si è dovuto dimettere mentre il calcio italiano, sommando i bilanci delle società di Serie A, ha ora 4 miliardi e mezzo di debiti. Grande mossa, Andrea! Ti meriti la fine che (calcisticamente) hai fatto.
Massimo Franchi
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