Fa un certo effetto vedere la Juventus fare la vittima. Ancor di più nella settimana che la porterà a Bologna sul campo della punizione regalata a Nedved nel 2004 e del gol fantasma convalidato a Zalayeta nel 2006, solo per citare i due più macroscopici fra gli innumerevoli torti arbitrali perpetrati ai danni dei rossoblù.
Nonostante il revisionismo montante, a diciassette anni da Calciopoli poco è cambiato e i retropensieri di noi tifosi del BFC sono inevitabili. Si scontrano però col nuovo mantra della tifoseria più popolata in Italia: «La Federcalcio ce l’ha con noi!».
L’ultima sentenza della giustizia sportiva dimostra esattamente il contrario. Mai si era infatti visto un procuratore (rappresentante dell’accusa) sostenere in dibattimento che la sanzione irrorata (i 15 punti di penalità in classifica) fosse esagerata («una carenza da apprezzare e valutare in un nuovo giudizio da parte della Corte Federale»).
Mentre non è certo un caso che l’avvento del VAR (anch’esso contestatissimo dai bianconeri) abbia conciso con la parabola discendente della Vecchia Signora del calcio italiano: errori e uso ‘a piacere’ del protocollo a parte, l’assistenza tecnologica ha di certo ridotto l’arbitrio e la ‘sudditanza psicologica’ dei fischietti, liberati finalmente dalla dinastia di Nicchi.
Anche la campagna social per far disdire in massa gli abbonamenti a DAZN, rea di «utilizzare telecronisti e opinionisti antijuventini» (Barzagli?), fa parte dell’inedita percezione di essere «penalizzati dal sistema».
La realtà è però ben diversa e incontrovertibile. Lo scivolone del procuratore generale dello sport Ugo Taucer non ha impedito alla Collegio di Garanzia del CONI (la Corte di Cassazione dello sport) di condannare definitivamente Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Maurizio Arrivabene e Federico Cherubini.
Si tratta di uomini potentissimi ai vertici della società più ricca e blasonata del calcio italiano. Con a capo il membro della famiglia Agnelli che giusto due anni fa si era inventato la Super Lega, bocciata da milioni di tifosi lungo tutta Europa.
Ora toccherà dunque aspettare le nuove sentenze e i deferimenti dell’indagine sugli stipendi che la Juve annunciò trionfante di aver risparmiato causa COVID, e che invece Chiellini, Ronaldo & Co. si sono portati a casa lo stesso.
La verità è dunque limpida: Agnelli e soci hanno ideato un sistema (plusvalenze fittizie e accordi fuori busta) tale per cui hanno truccato i bilanci e avuto più soldi da spendere nel mercato, accaparrandosi gran parte dei migliori giocatori.
Allo stesso modo chiunque abbia partecipato al ‘sistema’ va sanzionato. Sapendo però benissimo che in un ‘sistema’ c’è chi comanda e chi accetta. E che le colpe non sono di certo uguali.
L’incognita è una sola: le sanzioni che colpiranno la Juventus e sodali saranno sulla classifica di quest’anno o alla partenza del prossimo campionato?
È chiaro che logica vorrebbe si scontassero in questo campionato, e che la colpa di un eventuale ritardo è ascrivibile totalmente all’improvvisazione della giustizia sportiva.
Questo non è comunque un motivo sufficiente per considerare ‘falsata’ la stagione 2022-2023 o sostenere che si stiano alterando i risultati sul campo. Tuttavia le responsabilità della Juve sono gravi e lampanti: per nascondere un bilancio da fallimento, i dirigenti della Vecchia Signora hanno inventato e usato in modo spasmodico plusvalenze e pagamenti in nero. E per questo vanno giustamente puniti. In Italia e in Europa.
Massimo Franchi
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