Odgaard, da Hillerød nessun dubbio ma un castello di certezze: dopo il mito Nielsen, un altro centravanti danese per il Bologna
Titolare o non titolare? Questo è il dubbio amletico che starà attanagliando Jens Odgaard, probabile scelta alternativa all’infortunato Zirkzee in un esercizio decisamente complicato: sostituire il centravanti più in forma del Bologna degli ultimi dieci anni. Se si paragonano i minuti giocati (119) ai gol segnati (2), il danese classe 1999 è infatti già nella lista dei più prolifici della Serie A. Con lo stesso ritmo, Joshua ne avrebbe segnati più di un centinaio.
Ma non è una notizia che un danese si sia ambientato subito sotto le Due Torri. Dalla Danimarca, lo Stato più piccolo e meridionale della regione scandinava, a partire dagli anni Cinquanta è partita la fornitura di una nutrita dinastia di calciatori, che all’epoca approdavano in Italia con lo status di dilettanti. Il regolamento della Federazione locale, infatti, fino al 1971 vietava severamente la convocazione in Nazionale per quei giocatori che sceglievano di lasciare il Paese, perché ciò avrebbe significato automaticamente il loro passaggio al rango di professionisti. Solo dagli anni Settanta la Danimarca ha riconosciuto tale status ai propri calciatori, equiparandoli ai colleghi del resto d’Europa. In virtù di queste limitazioni, i migliori danesi cominciarono ad andarsene, depauperando la Prima Divisione ma arricchendo le squadre europee.
Il Bologna e la Juventus furono le prime società ad attingere al nuovo fronte nordico. Quando il 29 ottobre 1950 rossoblù e bianconeri si sfidarono in campionato, 5 giocatori su 22 erano danesi (Karl Aage Præst, Karl Aage Hansen e John Hansen per la Juve, Axel Pilmark e Ivan Tage Jensen per il BFC). Pilmark (1925-2009), una volta chiusa la carriera nel 1959, rimase in orbita bolognese collaborando con Renato Dall’Ara in veste di osservatore e non fece fatica ad accorgersi di un ventenne di nome Harald Nielsen (1941-2015), che aveva debuttato nel suo Paese con una tripletta e in Nazionale con un gol alla Norvegia. Il resto è storia nota e gloriosa.
Fisicità e applicazione: questo promettevano gli atleti scandinavi, appunto desiderosi di vedersi riconoscere come professionisti e comprensibilmente attratti dal bel vivere italiano. Uno di loro, il difensore Ivan Jensen (1922-2009), si radicò così stabilmente a Bologna che nei suoi sette anni in terra felsinea decise di trascorrere il suo tempo libero all’università, seguendo i corsi di Storia Antica.
Chissà cosa farà Odgaard, talento precocissimo (a 16 anni era già professionista nel Lingby, a 18 fu scaraventato nella Primavera interista con cui fece il Triplete: scudetto, Supercoppa e Torneo di Viareggio), non ancora diplomato per evidenti distrazioni calcistiche: nato a Hillerød, mezzora di macchina più a nord di Copenaghen, Jens ha visto ogni giorno per almeno quindici anni il castello di Frederiksborg, famoso per essere stato la residenza di Cristiano IV, re di Danimarca-Norvegia dal 1588 al 1648. Ancor più noto, ma ubicato nella vicina Helsingør, il castello di Kronborg, che ispirò l’ambientazione dell’Amleto a William Shakespeare. Se però Andreas Skov Olsen da certi dubbi amletici (talento sì, talento no?) non si è mai tirato fuori, finendo per spazientire Sinisa Mihajlovic ed esser poi ceduto in Belgio al Club Brugge (a proposito, ieri doppietta al Molde in Conference League), Odgaard sembra avere altre carte a disposizione: più grinta, più cinismo, più senso dell’occasione sottoporta.
Una curiosità: i due sono conterranei e cresciuti sostanzialmente fianco a fianco, cosa che in un Paese minuscolo come la Danimarca non dovrebbe neanche meravigliare troppo: se si tracciasse un cerchio avente esattamente la stessa area del paese la sua circonferenza misurerebbe solo 742 km. Ma in realtà la superficie terrestre della Danmark non può essere misurata con precisione: il mare (anzi i due mari, Baltico e del Nord) modifica costantemente la costa, erodendone alcune parti e aggiungendo materiali di riporto su altre. Una vita instabile, quella dei danesi. Amletica, appunto. Odgaard però non sta lasciando molti dubbi a Thiago Motta: stasera contro l’Empoli toccherà a lui.
Luca Baccolini
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Foto: Getty Images (via OneFootball)