Svanberg: il papà hockeista, la squadra di Ibra e la Svezia pop che balla gli ABBA
Gente pratica, gli svedesi. Il signor Bo Svanberg è nato il 5 gennaio, lo stesso giorno del figlio Mattias. Con una festa sola, festeggiano in due. Peccato che l’hockeista professionista Bo, classe 1967, non gli abbia – già che c’era – instillato la stessa passionaccia per l’hockey su ghiaccio. Forse il giovane Mattias, alto sì ma relativamente esilino nei suoi 75 chili, non ne aveva la stazza e soprattutto la voglia. Di certo la sua ascesa conferma l’avvenuto cambio di tendenza nel calcio svedese. Fino ai Mondiali Usa ’94, quando la Svezia si classificò terza dando filo da torcere al Brasile di Romario, il luogo comune voleva i mediani gialloblù onesti e impietosi picchiatori dai piedi incerti.
Nel tempo il calcio si è evoluto anche in quella terra lunga 1.500 chilometri fatta di laghi, foreste e dal 1946 di mobili Ikea. Svanberg jr, classe 1999, non ha fatto in tempo a innamorarsi della generazione di Kennet Andersson (che ha l’età di suo padre), ma in compenso è potuto crescere e persino giocare contro l’eterno Zlatan Ibrahimovic. A proposito: quando Ibra calcia il suo primo pallone in una partita ufficiale col Malmö, nel settembre 1999, Svanberg ha appena cominciato a mangiare omogeneizzati. Malmö sarà poi anche la prima e per ora unica squadra di Mattias, che ha differenza del padre (e anche di Zlatan) non ha dovuto emigrare per cercare fortuna. Bo Svanberg era nato infatti ad Hagfors, una remota cittadina di poche migliaia di anime a nord dei grandi laghi famosa solo per ospitare il Rally di Svezia, un raduno automobilistico che ogni febbraio fa campare quasi l’intera regione.
Durante la sua carriera giocherà per il Färjestads BK tra il 1985 e il 1988, vincendo in quel periodo due campionati svedesi nel 1986 e nel 1988, e poi per il Malmö IF, vincendone altri due. Non è difficile credere che l’infanzia del futuro mediano rossoblù sia stata più agevole di quella di Ibrahimovic, che di Malmö era cresciuto nel quartiere più malfamato. Questa città svedese, la più meridionale e densamente popolata dopo Stoccolma e Göteborg, è caratterizzata infatti da un ampio spettro multietnico: al 2008 il 28% della popolazione (circa 80.000 persone) aveva origini straniere; tra i residenti si possono contare 170 diverse nazionalità e circa 100 lingue parlate; i gruppi maggiori di immigrati provengono da Serbia (9.200), Iraq (7.100), Polonia (5.500), Bosnia (5.600) e Danimarca (7.800). Solo nel 2006 si erano trasferiti a Malmö 1.300 danesi, favoriti dal gigantesco Ponte di Öresund (16 chilometri), inaugurato sei anni prima, che collega la città svedese a Copenaghen: un’opera inimmaginabile se guardata con gli occhi dei regnanti del XIII secolo, quando la Danimarca dominava la Svezia meridionale grazie alle imprese di Aroldo I detto Blåtand, che letteralmente significa ‘dente azzurro’ o ‘dente blu’. Nel paese dei vichinghi, biondi e dalla carnagione lattea, un uomo scuro di pelle e capelli come Aroldo poteva apparire tranquillamente con denti di colore scuro; un’altra spiegazione per il nome era che il re fosse ghiotto di mirtilli. La ragione più plausibile è che il sovrano, in battaglia, fosse solito colorarsi i denti d’azzurro per rendersi più temibile ai suoi avversari.
Per la sua posizione strategica, a guardia del Baltico e del Mare del Nord, Malmö è stata molto più del suo nome letterale (che significa ‘mucchio di ghiaia’). Chi vive là fa però i conti con una durata del giorno che oscilla dalle 7 ore di dicembre alle 17 ore di luce di giugno. Ecco perché molti svedesi scelgono di sposarsi in giugno, come fecero del resto anche gli attuali regnanti, re Carlo XVI Gustavo e la regina Silvia di Svezia, conosciutisi alle Olimpiadi di Monaco del 1972 (dove lei faceva la hostess) e sposatisi tra lo scalpore del popolo svedese, perché per la prima volta una borghese entrava a far parte della famiglia reale. In occasione delle nozze la casa reale invitò a esibirsi gli ABBA e fu in quella circostanza che presentarono in anteprima mondiale uno dei loro più grandi successi: nacque allora, e non per caso, Dancing Queen.
Luca Baccolini
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