Mettere piede all’Edicola Birra, museo ‘patinato’ a pochi passi dall’aeroporto Marconi di Bologna gestito da Luca Bovina, rappresenta un’esperienza mistica per ogni appassionato di fumetti. Da Tex a Zagor, passando per Dylan Dog fino ad una variegata esposizione di Marvel: ce n’è per tutti i gusti e, senza dubbio, di questi tempi di edicole così se ne vedono davvero poche. Se a ciò si aggiunge che da cinque anni l’edicola funge anche da sede dell’associazione Figurine Forever, ci si trova davanti ad un vero e proprio luogo di culto.
L’idea nasce dalla passione per le figurine di Emiliano Nanni che si è manifestata in tenerissima età, «fin da quando – racconta – ho avuto la forza da bambino per stringerle con la mano». Inizialmente era soltanto una pagina Facebook che metteva in contatto collezionisti di tutto il mondo, poi l’iniziativa si è allargata, diventando uno strumento per creare e sostenere iniziative di solidarietà, cultura e progetti di sviluppo. Emiliano e Luca, che si conoscono da tempo, ammettono che tutto è andato al di là di ogni più rosea aspettativa. «Fermarsi al mero collezionismo mi sembrava qualcosa di molto limitativo – spiega ancora Emiliano –, quindi abbiamo iniziato a usare questo canale per dare dei messaggi, sensibilizzare e fare beneficenza».
In breve tempo, infatti, la loro passione per il collezionismo si è tramutata da uno strumento di memoria a un’attività di solidarietà capace di coinvolgere tantissime realtà differenti. Tutto ciò grazie all’iniziativa Figurine Solidali, nata nel settembre 2019, vale a dire degli stickers inediti realizzati da artisti o attraverso l’utilizzo di foto storiche (sempre previa autorizzazione da parte degli eredi o di chi ne fa le veci, ci tiene a sottolineare Emiliano) di personaggi iconici del mondo dello sport, ma non solo. Accanto agli immortali campioni del Bologna del ’64, per esempio, sono state dedicate figurine anche ad eroi dell’antimafia come Giancarlo Siani e don Peppe Diana. In tutto, in un lustro di attività, ne sono state realizzate 278 e ne sono state stampate oltre cinquantamila, con un ricavato che sfiora i 75 mila euro. Tutti, fino all’ultimo centesimo, devoluti in iniziative di beneficenza messe in atto dalla stessa associazione.
Parallelamente, l’associazione porta avanti un secondo progetto, Adotta con la figurina, che permette di creare figurine che vengono poi vendute per finanziare adozioni a distanza in vari Paesi. È il caso dell’Argentina, della Bosnia o addirittura del Madagascar, come racconta Emiliano: «Il progetto con il Madagascar è nato dopo aver fatto la conoscenza di una signora bolognese, amica di amici. Parlandoci sono venuto a conoscenza di un’associazione, Madabimbi, con cui lei collaborava curando le adozioni a distanza. Suo marito un giorno ci donò delle sue figurine, dunque pensammo: perché non chiedere alle persone di donare le proprie figurine sepolte in soffitta per dare vita a iniziative solidali? Da qui l’idea di vendere le figurine per sostenere la loro iniziativa. «In questi anni ci sono arrivati oltre un milione di figurine, attraverso piccole o grandi donazioni», puntualizza Emiliano.
Il progetto di Figurine Forever si è così allargato a macchia d’olio, arrivando a importanti collaborazioni con Amnesty International e ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati), che ha portato alla realizzazione delle figurine di Patrick Zaki e Arpad Weisz, con l’associazione napoletana Maestri di strada di Ponticelli e la realtà capitolina di Marevivo Onlus. Ogni anno l’associazione si pone un obiettivo economico, che fin qui è stato sempre raggiunto e superato: un’attività che non conosce confini e cerca sempre di alzare l’asticella.
Il prossimo 14 settembre, in piazza Lucio Dalla, verranno celebrati i cinque anni di attività all’interno dell’evento Figucon Extra, una grande esposizione in cui sarà possibile comprare e scambiarsi figurine. «Ai nostri eventi sono presenti persone dai 5 agli 80 anni, tutti uniti nella stessa passione – concludono Luca ed Emiliano –. A volte molti comprano figurine e poi le mettono nelle scatolone per le donazioni. Questo ci rende molto orgogliosi, perché vuol dire che la gente ha capito il vero significato della nostra iniziativa».
Giuseppe Mugnano
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