Martedì sera, in diretta su TRC Bologna, l’ex commissario straordinario per l’emergenza COVID in Emilia-Romagna Sergio Venturi ha raccontato, insieme al giornalista di Repubblica Rosario Di Raimondo, la sua esperienza nella Fase 1 della pandemia, che i due hanno riassunto nel libro La goccia del colibrì pubblicato a settembre. Venturi ha anche guardato alla situazione attuale e al prossimo futuro, rilasciando alcune dichiarazioni molto significative:
Molto dipende da noi – «Dobbiamo incontrare meno persone. Non è più come quest’estate, quando se ci tenevamo ad un metro di distanza potevamo vedere chiunque, perché allora il virus circolava pochissimo. Oggi il virus circola moltissimo dovunque, e quindi tutte le persone che incontriamo sono una possibile fonte d’infezione o di positivizzazione, sia nostra che altrui».
Attenzione sì, terrorismo no – «Dobbiamo evitare di dare dei messaggi troppo terroristici, perché non ce n’è bisogno. Ieri, per esempio, due messaggi straordinariamente positivi non li ho visti passare tanto, almeno nei canali nazionali: il vaccino della Pfizer e i trattamenti a base di anticorpi monoclonali (della Eli Lilly, ndr). Senza contare che ci sono almeno altri dieci vaccini in attesa di registrazione, e altri farmaci basati su anticorpi monoclonali come quello della Regeneron, che si dice abbia salvato Trump. Insomma, siamo in una situazione in cui di buone notizie cominciamo ad averne diverse».
Evitare una nuova chiusura totale – «‘Chiudiamo tutto’ è un messaggio che non va bene, in quanto ci toglie la responsabilità. Ritorniamo a fare la nostra parte, perché che il lockdown è un disastro: non ci leva solo la responsabilità, ma soprattutto tante risorse. Io mi chiedo: le pensioni alla gente chi le paga in lockdown? Non è che i soldi sono infiniti… Quindi dobbiamo fare di tutto per evitarlo. Magari facciamo qualcosa di mirato, quello sì, come credo siano le misure che la Regione ha preparato. Questo va bene, ma non possiamo chiudere di nuovo l’Italia, mi auguro davvero che non accada».