Viene eseguito solo nel 1922, un anno dopo la morte del suo autore, Il Carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns, una suite di 14 brani che evocano i caratteri di tartarughe, elefanti, leoni, fauna marina e volatile. Ma è nell’Aquarium che si sprigiona tutta la maestria timbrica del compositore francese, al quale bastano due pianoforti, il flauto, la glassarmonica e gli archi per eseguire una dolce nenia, in tempo Andantino, descrivendo l’ambiente impalpabile dell’acquario. Un brano di un’eleganza inaudita, come il monocolo dell’austriaco Hermann Felsner, che nel 1922 è sempre più leader di un progetto tecnico, quello del Bologna, pronto a dare molto presto i suoi frutti.
Luca Baccolini
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