G come Grande Bologna
Ma anche G come Gazzoni. E dedico comunque questo articolo a lui, anche se per diversi motivi non ho avuto modo di seguire a pieno quelle annate in cui il nostro presidente ci portò a sognare e poi ad avere, appunto, un Grande Bologna.
E pure G come Geovani!
Quando nel 1989 la società rossoblù mise i suoi occhi smaniosi di gloria sul centrocampista della Seleçao brasileira, credevamo di essere alla vigilia del grande salto di qualità. Geovani era un talento molto in auge, e quasi ci meravigliammo che venisse a giocare proprio sotto le Due Torri. Era un giocatore tecnico, con una spiccata attitudine alla regia e un buon feeling con il gol, oltre che bravissimo sui calci piazzati.
Arrivammo ottavi e ci qualificammo per la Coppa UEFA, ma per me non fu la realizzazione del sogno… Purtroppo il Bologna non fece quel salto in avanti tanto atteso.
Quel sogno lo avevo generato nella mia mente, appassionandomi a seguire tre grandi squadre: negli anni Settanta-Ottanta il mitico Liverpool di Keegan e poi di Dalglish; sempre negli anni Ottanta il Flamengo di Zico, Junior e Tita, campione del mondo 1981; nei Novanta la Crvena zvezda, ovvero la Stella Rossa, campione d’Europa 1991.
Ero affascinato da quella squadra perché univa una tecnica pazzesca ad una velocità di manovra speciale, e soprattutto aveva una grinta che forse non ho più rivisto in seguito. E siccome uno dei fuoriclasse di quel gruppo è l’attuale tecnico rossoblù, mi sono lasciato andare ad una fantasia particolare: costruire un Bologna del futuro sostituendo quei giocatori e quel modulo con i nostri attuali ragazzi.
A dire il vero la Stella Rossa di quel periodo, oltre a Mihajlovic, aveva in campo almeno altri tre elementi che possono essere sostituiti solo con una fervida immaginazione. Ma ci proviamo…
Innanzitutto Prosinecki: fortissimo fisicamente, completo, dotato come Sinisa di un tiro formidabile. Poi ‘il Genio’ Savicevic, capace di dribbling in velocità e giocate funamboliche. E il trequartista (anche se è un po’ anomalo definirlo tale) Jugovic, una pedina di fondamentale importanza.
In quella formazione, dove Mihajlovic agiva da esterno sinistro, c’erano inoltre il centrocampista Stosic e i difensori centrali Najdoski (stopper) e Belodedici (libero), entrambi davvero forti, con il portiere Stojanovic tra i pali.
E allora andiamo a collocare i nostri beniamini in una squadra fantastica…
Santander là davanti, come la Crvena zvezda aveva Pancev. Con una macchina da guerra di quella portata alle sue spalle, il nostro ‘Ropero’ potrebbe esplodere sul serio.
Quindi Soriano come fosse Prosinecki, Sansone nella posizione di Jugovic, Dominguez alla Savicevic e Orsolini sulla corsia mancina a fare il Mihajlovic.
Per la mediana, infine, vedrei Poli e Medel a fare il lavoro oscuro che veniva svolto dai vari Stosic e Tosic.
Questo è quanto. Ma per farvi un’idea più precisa della Stella Rossa e di Geovani, protagonisti della mia storia, vi consiglio due video…
Roberto Porrelli
P.S.: mi perdoni Sinisa se nel celebrare la sua Stella Rossa mi sono rifatto solo a ricordi televisivi. Se ho sbagliato qualcosa è solo perché non ho mai avuto la fortuna di gioire dal vivo al Marakana di Belgrado.
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